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Arrestata anche la figlia dell’amante di Messina Denaro

La donna è accusata di avere svolto il ruolo di ‘postina’ del boss, consegnando i suo pizzini

Matteo Messina Denaro subito dopo l’arresto
(Keystone)
5 dicembre 2023
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Totalmente votata alla causa di Matteo Messina Denaro, disposta a tutto pur di proteggere l'ex latitante che amava come un padre - quello naturale sconta l'ergastolo per omicidio -, depositaria dei segreti dell'ultimo padrino stragista di Cosa nostra. È il ritratto che la Procura di Palermo fa di Martina Gentile, 31 anni, la figlia della maestra Laura Bonafede in carcere da aprile e legata sentimentalmente al capomafia.

Favoreggiamento

La donna è stata arrestata con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall'avere agevolato la mafia. I carabinieri sono andarle a notificare la misura a Pantelleria dove insegna provvisoriamente. Maestra come la madre che, dopo la cattura, è stata sospesa. La Procura di Palermo aveva chiesto il carcere per la ragazza mesi fa, ma per il gip non c'erano indizi sufficienti.

Le indagini dei carabinieri del Ros hanno dimostrato il contrario e oggi il giudice ha accolto l'istanza dei pm pur concedendo alla donna, madre di una bimba di tre anni alla quale il boss allora latitante regalò una collanina di Bulgari, i domiciliari. Martina Gentile avrebbe gestito lo scambio della corrispondenza del boss, all'epoca latitante, sfruttando il suo rapporto con un'altra fedelissima del padrino, Lorena Lanceri, finita in manette col marito nei mesi scorsi. Lanceri consegnava alla ragazza i pizzini scritti dal capomafia e la ragazza li faceva avere ai destinatari tra i quali sua madre Laura Bonafede.

Lo scambio, spesso, avveniva nello studio dell'architetto Stefano Tramonte, ex assessore all'Urbanistica del Comune di Campobello di Mazara, in cui le due lavoravano: Lanceri con le mansioni di segretaria, l'altra per la pratica. Il professionista, che dalle intercettazioni risulta molto legato alla famiglia Bonafede, è indagato. Gentile, in codice chiamata da Messina Denaro Tan o Tany, condivideva con il padrino e con gli altri soggetti che interloquivano con lui una sorta di linguaggio cifrato ideato per nascondere l'identità delle altre persone coinvolte nella assistenza al latitante e curava le esigenze logistiche del boss.

‘Uno degli ingranaggi indispensabili’

Per i pm "è stata quindi uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante, grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara".

In un calendario, ritrovato nel suo ultimo nascondiglio, Messina Denaro appuntava in alcuni giorni un puntino o la parola Tan: gli inquirenti hanno scoperto che si trattava di una abbreviazione di Tania, lo pseudonimo usato per indicare Martina Gentile. In un caso il boss aveva scritto anche la frase "invio Tany".

Come funzionava

Nelle date segnate dal capomafia, attraverso Gentile avveniva dunque lo scambio di "posta" per e da il latitante. E puntualmente il giorno successivo Laura Bonafede comunicava al capomafia di aver ricevuto le sue lettere: "ieri sai quando ho potuto leggere la tua? Alle 22", si legge in uno dei biglietti sequestrati nel corso dell'indagine. È la prova che Gentile aveva consegnato il messaggio del padrino alla madre. Per passare inosservata la giovane donna usciva con la figlia piccola per sbrigare le sue incombenze per il boss. E in diverse occasioni avrebbe incontrato il latitante. Una è stata immortalata, un mese prima della sua cattura, dalla polizia che sorvegliava lei e la madre. Nei frame di un video degli investigatori del 17 dicembre del 2022, ora rianalizzato dai carabinieri, si vede l'auto del boss passare alle 10.59 davanti alla casa della Gentile e della madre - entrambe erano pedinate e intercettate dalla polizia impegnata nella ricerca del padrino, - e rallentare davanti al portone. Scene immortalate che però allora non insospettirono gli inquirenti.

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