Estero

Spagna, pronta la coalizione Sanchez. E la protesta si infiamma

Firmati gli accordi al Congresso dei deputati fra il Psoe e i nazionalisti moderati baschi del Pnv, e con Coalicion Canaria

Pedro Sanchez e Andoni Ortuzar (presidente Pnv)
10 novembre 2023
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Mancavano solo gli ultimi due tasselli per chiudere il complicato puzzle dei negoziati di Pedro Sanchez. E oggi sono arrivati, con la firma al Congresso dei deputati degli accordi fra il Psoe e i nazionalisti moderati baschi del Pnv, seguita da quelli con Coalicion Canaria. Il leader socialista, indiscusso campione di resilienza, incassa così almeno sulla carta i 179 voti (su 350) necessari per essere rieletto premier in prima votazione la prossima settimana, grazie anche e soprattutto al patto siglato ieri a Bruxelles con gli indipendentisti catalani di Junts. Al prezzo di concessioni controverse – come l'amnistia che cancella i reati commessi in oltre un decennio di muro contro muro fra la Catalogna e lo Stato centrale – che stanno incendiando il Paese e mobilitando le destre in piazza.

Man mano che si conoscono i dettagli dell'accordo, cresce però il malcontento anche in casa socialista, dove governatori come Emiliano Garcia-Page (Castilla-La Mancha) non esitano a schierarsi al fianco dei Popolari all'opposizione, a Madrid come in Andalusia, contro l'amnistia che "consente a Carles Puigdemont di liberarsi dal carcere". Nello stesso giorno in cui la procura dell'Audiencia Nacional ha considerato insufficienti gli indizi per imputare l'ex presidente catalano, riparato a Waterloo all'indomani del referendum secessionista del primo ottobre 2017, anche del reato di terrorismo nell'inchiesta sullo ‘Tsunami Democratic’.

Nel patto sottoscritto con il presidente del Pnv, Andoni Ortuzar, Sanchez si è impegnato invece a trasferire al Paese Basco in due anni tutte le competenze previste dallo Statuto di Guernika che non sono state trasferite negli ultimi 4 decenni. A cominciare da quella sulla previdenza sociale, una storica rivendicazione dei nazionalisti baschi. Non a caso Ortuzar, in conferenza stampa, l'ha definito "un nitido passo avanti" sulla strada "dell'autogoverno", che include l'impegno futuro del Psoe a dialogare sul "riconoscimento nazionale di Euskadi" nel giro di massimo due anni. E la creazione di una commissione bilaterale permanente fra il governo centrale e quello basco, presieduta dal premier e dal ‘lehendakari’ basco, per garantire la verifica semestrale del compimento degli accordi.

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