spagna

Bocciato Feijóo, ora tocca a Sánchez

Ma il premier uscente ha davanti lo scoglio del referendum catalano per formare il governo. Si continua con i negoziati

Pedro Sánchez ci riprova
(Keystone)
29 settembre 2023
|

Il leader dei popolari Alberto Nunez Feijóo viene bocciato definitivamente dal Congresso spagnolo: 172 voti aveva la notte elettorale del 23 luglio e 172 voti - quattro sotto la maggioranza - ha raccolto in aula oggi al secondo e ultimo tentativo di farsi votare la fiducia. Archiviato questo tentativo, il cui fallimento era ampiamente previsto, la palla passa al leader del Psoe, Pedro Sanchez, che già la settimana prossima potrebbe ricevere l'incarico dal re. A quel punto il premier avrà tempo sino al 27 novembre per trovare un accordo con i catalanisti e tornare alla Moncloa. In caso di fallimento, la Spagna tornerà alle urne il 14 gennaio.

Le richieste: amnistia e referendum

Occhi quindi puntati sul negoziato già avviato da settimane tra il Psoe e i due partiti indipendentisti, Junts e Erc. Le loro richieste sono note: amnistia e referendum. Sul primo punto pare che l'intesa sia a un passo. Il secondo invece, quello della consultazione popolare per chiedere l'autodeterminazione, è il vero scoglio che potrebbe far naufragare tutta la trattativa e portate il Paese a nuove elezioni. Ma sarebbe sbagliato pensare che l'asse tra Junts e Erc sia solidissimo. Ieri i due partiti a Barcellona hanno lanciato un ultimatum a Sánchez, mettendo nero su bianco che lo appoggeranno solo se si assumerà "l'impegno di lavorare allo svolgimento del referendum" sull'indipendenza della Catalogna. Mossa a cui i socialisti hanno reagito a caldo in modo brusco: "Il dialogo è l'unica forma per garantire progresso e convivenza in Catalogna. Non si devono aggravare le fratture".


Keystone
Tempo scaduto per Feijóo

Clima più sereno

Oggi invece in aula il clima era molto più sereno: nessuno dei due partiti ha citato la parola referendum, facendo capire che evidentemente c'è una certa distanza tra quello che si proclama a Barcellona e quello che invece si tenta di fare a Madrid. E chissà che proprio in questo spazio si possa inserire la proposta di Sanchez. Quanto al centrodestra, anche oggi Feijòo ha parlato più da leader dell'opposizione che da presidente incaricato, demonizzando l'eventuale intesa tra il Psoe e i catalani: "Signor Sanchez - ha detto rivolto al premier - dica al Paese se vuole essere presidente del governo a costo di far perdere la dignità al Paese. Io non lo farò mai. Io sono contro l'amnistia e il referendum. E lei?". Una linea dura che gli ha permesso di assicurarsi l'appoggio unitario del partito. Isabel Ayuso, la potente e popolarissima presidente della comunità di Madrid, ha benedetto la sua scelta: "Feijóo ha rappresentato gli spagnoli liberi e uguali al Congresso. Dietro il silenzio di Sánchez si sono nascosti gli indipendentisti, gli eredi dell'Eta e i reazionari. Adesso o amnistia o elezioni", ha scritto su X.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE