Estero

Aiuti al Marocco, Svizzera ancora in ‘stand-by’

Le autorità marocchine non hanno ancora risposto alla mano tesa dalla Confederazione dopo il violento terremoto

Un’auto travolta da una frana provocata dal sisma
(Keystone)
10 settembre 2023
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La Svizzera attende sempre una risposta dal Marocco alla sua offerta di aiuto dopo il violento sisma di venerdì sera, 8 settembre, che ha causato almeno 2'000 morti e migliaia di feriti, di cui moltissimi in gravi condizioni.

Una squadra di otto esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario è stata istituita ed è pronta a recarsi sul posto, ha indicato oggi il Dipartimento federale degli affari esteri.

Le autorità marocchine non hanno però ancora risposta all'offerta d'aiuto, ha precisato il Dipartimento federale degli affari esteri all'agenzia Keystone-Ats.

I servizi di Ignazio Cassis avevano sottoposto ieri un'offerta di aiuto per dei rifugi provvisori, per il trattamento e la distribuzione d'acqua, nonché per impianti sanitari e materiale igienico, avevano indicato. La fornitura del materiale sarebbe accompagnata da esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario.

Al momento il Dipartimento federale degli affari esteri non dispone di informazioni su eventuali vittime svizzere. Attualmente, 1'806 cittadini svizzeri sono ufficialmente iscritti in Marocco, dove vivono e si sono stabiliti.

Oltre 200 Svizzeri, che soggiornano attualmente in Marocco, si sono nel frattempo annunciati sull'applicazione mobile TravelAdmin del Dipartimento federale degli affari esteri. La linea di emergenza ha ricevuto finora circa 200 chiamate concernenti il sisma in Marocco.

Redog non andrà in Marocco

Dal canto suo Redog, la Società svizzera per cani da ricerca e da salvataggio, molto probabilmente non andrà in Marocco, ha precisato a Keystone-Ats la sua portavoce Linda Hornisberger.

I suoi esperti e i suoi cani si recano sul posto soltanto quando crollano grandi edifici e vi sono numerosi dispersi. Sebbene l'area interessata delle distruzioni non sia ancora nota con esattezza, sembra che le grandi città siano state ampiamente risparmiate dal sisma.

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