la guerra in ucraina

La Russia attacca i porti sul Danubio

Bombe la confine con la Romania. Ora il summit Putin-Erdogan sul grano. Kiev intanto avanza a sud

Il fuoco dopo l’attacco sul Danubio
(Keystone)
3 settembre 2023
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Piano, con più di qualche difficoltà, ma la controffensiva ucraina avanza. Specialmente a sud, dove ormai sono molte le conferme che le truppe di Kiev hanno rotto la prima difesa russa nei pressi di Zaporizhzhia e adesso si trovano in direzione delle seconde linee di Mosca. Ferita, ma non sconfitta, la Russia continua a prendere di mira i porti ucraini da cui partono le spedizioni di grano.

L'esercito russo ha rivendicato di aver colpito quello di Reni sul Danubio, nella regione di Odessa, al confine non solo con la Moldavia ma anche con la Romania, un Paese Nato. Da Bucarest fanno sapere di ritenere "ingiustificati" i raid, mentre la presidente moldava Maia Sandu ha condannato il "brutale" attacco e chiesto di ritenere Mosca "responsabile per ogni infrastruttura distrutta".

Le tattiche

Secondo molti analisti il Cremlino sarebbe rimasto sorpreso dai successi di Kiev sul fronte meridionale, anche perché il vero ostacolo all'avanzata verso sud era proprio la prima linea, fortificata con campi minati e fossati anticarro. Per il comandante del Gruppo di forze operative e strategiche di Tavria, Alexander Tarnavsky, la Russia ha dedicato il 60% del suo tempo e delle sue risorse alla costruzione della prima linea difensiva e solo il 20% ciascuno alla seconda e alla terza linea.


Keystone
Un soldato ucraino in prima linea durante l’avanzata a sud

Con gli attacchi su Odessa, il Cremlino mantiene alta la tensione proprio alla vigilia dell'incontro tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin previsto a Sochi. Al centro dell'incontro un possibile rilancio del patto che aveva permesso l'esportazione in sicurezza del grano ucraino. La Russia lo aveva interrotto a metà luglio vincolando il suo rinnovo all'applicazione del memorandum tra Mosca e l'Onu per togliere tutti gli ostacoli alle esportazioni dei cereali e dei fertilizzanti russi provocati dalle sanzioni.

Rotte alternative

Nonostante gli attacchi agli hub di Odessa, che dall'inizio hanno mandato in fumo centinaia di migliaia di tonnellate di grano, l'Ucraina ha comunque lavorato a rotte alternative per trasportare i propri cereali. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere di aver parlato con il suo omologo francese Emmanuel Macron affrontando "questioni specifiche sulla sicurezza nel Mar Nero" e sul "corridoio del grano, che dovrebbe essere ampliato". Ieri lo stesso Zelensky aveva riferito che altre due navi stanno utilizzando il nuovo ‘corridoio umanitario’ annunciato da Kiev a inizio agosto come soluzione temporanea, portando il totale delle imbarcazioni a quattro. La prima a intraprendere questa nuova rotta era stata la portacontainer Joseph Schulte, battente bandiera di Hong Kong, che aveva lasciato il porto di Odessa il 16 agosto arrivando il 2 settembre in quello di Cagliari. Come testimoniano gli attacchi russi, però, il rischio rimane alto.

‘Vogliono una carestia mondiale’

Sul Danubio Mosca sostiene di aver colpito "i depositi di carburante utilizzati per rifornire l'equipaggiamento militare" mentre Kiev parla di attacchi a "infrastrutture industriali civili". Sempre nella regione di Odessa Kiev avrebbe intercettato 22 dei 25 droni Shahed lanciati dai russi stanotte. I tre restanti sarebbero andati a segno provocando il ferimento di due civili e un incendio al porto di Reni. Secondo il capo dell'ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, la speranza dei russi è "di poter provocare una crisi alimentare e una carestia nel mondo". Dallo stop al corridoio del grano per le esportazioni cerealicole sono diventati centrali i porti fluviali sul fiume più lungo d'Europa, in particolare quelli di Izmail, Reni e Ust-Danube. E per questo vengono presi di mira dalle forze russe.

Tensione anche sul Mar Nero

Ma la tensione resta alta anche su Mar Nero, dove le forze russe hanno schierato in modalità da combattimento una nave con otto missili kalibr. L'imbarcazione sarebbe una corvetta attrezzata con artiglieria e missili che fa parte del progetto russo Buyan-M. L'aviazione navale ucraina, invece, ha distrutto il battello KS-701 Tunets di Mosca nella parte nord-occidentale del Mar Nero uccidendo 6 soldati e ferendone altri due.

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