la guerra in ucraina

Rappresaglia russa, bombe su Odessa

Mosca dice che provvederà a fornire gratis il grano che non arriverà più da Kiev ai Paesi bisognosi. Zelensky: la nostra bandiera è crivellata, ma viva

Silos nel porto di Odessa
(Keystone)
18 luglio 2023
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Ferita nell'orgoglio, la Russia risponde all'attacco ucraino al ponte di Kerch con un massiccio bombardamento su Odessa e Mykolaiv. Una rappresaglia in piena regola contro la seconda incursione di Kiev ai danni della maxi struttura inaugurata nel 2018 per collegare la Crimea alla Russia.

A togliere ogni dubbio sulla motivazione dell'attacco a Odessa e Mykolaiv ci ha pensato lo stesso Ministero degli esteri di Mosca, che ha parlato di atto di "ritorsione" contro "strutture in cui si stavano preparando atti terroristici contro la Russia". Il riferimento è ai droni marini che hanno colpito il ponte di Putin.

La difesa ucraina ha annunciato di aver abbattuto 6 missili Kalibr e 21 droni iraniani che si stavano avvicinando alla regione, ma la violenza dei russi è riuscita comunque ad abbattersi sulla città con "i detriti dei missili" che "hanno danneggiato le infrastrutture portuali".


Keystone
Una delle navi usate per il trasporto del grano

Missili alimentari

Per il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, si tratta di "missili alimentari" letali che colpiscono direttamente la sicurezza globale. Da Odessa, infatti, partono le navi che viaggiano sul Mar Nero per esportare il grano ucraino: l'accordo tra Kiev e Mosca garantiva un corridoio sicuro per commerciare i cereali, ma il presidente russo Vladimir Putin ha deciso ieri di non rinnovarlo. Per questo si tratterebbe di un obiettivo non casuale secondo il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak, che accusa "lo Stato terrorista russo" di voler "mettere in pericolo la vita di 400 milioni di persone in vari Paesi che dipendono dalle esportazioni alimentari ucraine".

Provviste gratis all’Africa

La Russia però non sembra preoccupata e promette di garantire la fornitura di grano ai propri clienti e di essere anzi "pronta a sostituire" il cereale ucraino offrendolo "gratuitamente ai Paesi che ne hanno bisogno", in particolare quelli africani. Un impegno difficile da mantenere considerando che la regione di Odessa ospita i terminal marittimi che hanno permesso l'invio di oltre 33 milioni di tonnellate di grano in un anno. Tutto grazie al fragile accordo che Russia e Ucraina avevano trovato sotto l'egida del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Mosca oggi ha informato la Turchia dello scioglimento del centro di coordinamento del grano di Istanbul istituito in seguito al patto e ha accusato i Paesi europei che, a suo dire, non avrebbero rimosso "gli ostacoli" alle esportazioni russe di cereali e fertilizzanti. "Apprezziamo molto gli sforzi del signor Guterres nel cercare di convincere i Paesi europei ad adempiere agli obblighi che si sono assunti", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov nominando il segretario generale dell'Onu, ma "sfortunatamente ciò non è avvenuto".


Keystone
Lo svuotamento di un container carico di grano

Parole che si aggiungono alla minaccia nemmeno troppo velata che lo stesso Peskov ha rivolto a Kiev e ai suoi alleati quando ha sostenuto che esportare i cereali ucraini sul Mar Nero senza le "adeguate garanzie di sicurezza" derivanti dalla partecipazione della Russia all'accordo può far sorgere dei "rischi", perché si tratta di "una zona che è direttamente vicina all'area di combattimento". Rischi che, hanno avvertito dal Cremlino, "dovrebbero essere presi in considerazione".

Fase delicata per Kiev

È una fase delicata per l'Ucraina non solo per l'accordo del grano che è saltato e per gli attacchi sul Mar Nero. Da giorni i vertici militari di Kiev denunciano una forte presenza di soldati russi nell'Est, in particolare nella direzione di Lyman e Kupiansk. In quest'area Mosca starebbe ammassando più di 100mila uomini e oggi ha dichiarato che le unità del Gruppo di forze occidentale sono avanzate per un totale "di due chilometri lungo il fronte e fino a 1,5 chilometri in profondità". Nonostante le difficoltà, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky promette battaglia: "La bandiera ucraina, anche se crivellata di proiettili, è viva, orgogliosa e libera. E questo significa che ogni bandiera in Europa sarà viva, orgogliosa e libera".

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