Italia

Imprenditore edile in odor di mafia lucrò sul terremoto

L'inchiesta ha portato alla luce una serie di reati collegati alla ricostruzione dopo il sisma del 2012 che interessò l'Emilia Romagna

Fiamme gialle
(Ti-Press)
26 giugno 2023
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È ritenuto ‘attiguo’, come fa sapere il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di finanza, alla cosca di ’ndrangheta Grande Aracri. Per questo motivo le Fiamme gialle, su delega del Tribunale di Bologna, con la collaborazione dei Nuclei di Reggio Emilia e Mantova, hanno dato esecuzione a un provvedimento di confisca di prevenzione nonché all’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale per cinque anni di un imprenditore.

In particolare, nel dicembre dello scorso anno erano stati sottoposti a sequestro beni e partecipazioni in nove società, nonché disponibilità finanziarie, per oltre 300'000 euro. Le indagini per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale sono scaturite da un'inchiesta nei confronti di una serie di società, operanti nel settore edile, riconducibili all'uomo, inizialmente, nel circuito delle imprese preposte all’opera di ricostruzione avviata successivamente all’evento sismico del 2012 che ha interessato le province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova e Reggio Emilia.

I finanzieri hanno potuto appurare l'evidente sproporzione patrimoniale rispetto alla sua capacità reddituale lecita; dall’altro, la presenza di elementi significativi circa la pericolosità sociale dell’imprenditore in relazione all'asservimento delle sue attività economiche, con l’emissione di false fatturazioni e con l’assunzione della qualità di prestanome, agli interessi del sodalizio criminale operante nella provincia di Crotone con importanti ramificazioni anche in territorio emiliano.

Tale presenza è testimoniata, tra le altre, dall’operazione che, nel 2015, portò all'arresto di 160 persone tra Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia, per i reati, tra gli altri, di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni e il cui iter giudiziario ha già avuto da parte della Corte di Cassazione conferma della sentenza di condanna per oltre 70 posizioni.

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