Estero

‘Vorrei fermare le morti, ma non facciamo miracoli’

Lo ha affermato Hans Leijtens, generale olandese e capo di Frontex, dopo la tragedia dell'ennesimo naufragio di migranti in Grecia

Negli occhi la disperazione
(Keystone)
16 giugno 2023
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"Salvare vite è, ovviamente, la nostra priorità assoluta. Vorrei avere la capacità di fermare le morti. Se potessi, lo farei domani. Ma non possiamo fare miracoli. Monitoriamo un mare grande due volte la Francia, la Spagna e l'Italia messe insieme. È molto difficile aiutare tutti coloro che hanno bisogno. Perché le persone sono pronte a correre grandi pericoli". Lo ha affermato Hans Leijtens, generale olandese e capo di Frontex, in un'intervista alla Sz.

Leijtens ha detto che la situazione del naufragio davanti alla Grecia è "drammatica", aggiungendo che "martedì scorso, i miei colleghi hanno scoperto il peschereccio su cui presumibilmente 600 persone si stavano dirigendo verso la Grecia, probabilmente ammassate dai trafficanti. Abbiamo segnalato l'imbarcazione alle autorità locali, come è nostro dovere. È incredibilmente triste che sia affondata mercoledì e che ci sia stato un altro tragico incidente". Secondo il capo di Frontex ora bisogna chiarire "cosa sia esattamente accaduto".

Rispondendo a una domanda sul naufragio dell'imbarcazione "Summer Love", lo scorso febbraio davanti alle coste italiane, Leijtens ha raccontato che un velivolo di Frontex aveva avvistato l'imbarcazione, che però non era in quel momento in pericolo e con il mare ancora calmo. Dopo aver avvertito le autorità italiane, la Guardia di finanza è uscita in mare ma è dovuta poi rientrare a causa delle condizioni del tempo, che erano mutate, ha aggiunto il generale olandese.

In merito alle navi Ong, Leijtens ha detto che "naturalmente ogni imbarcazione può salvare. Non solo quelle di Stato. Ma posso capire le autorità che vogliono mettere ordine nel caos". Per il capo di Frontex la strategia dev'essere un'altra: "Cerchiamo di impedire che così tante persone intraprendano un viaggio così pericoloso" con aiuti nei Paesi in difficoltà e creando più prevenzione rispetto ai viaggi che i trafficanti organizzano in modo "disumano".

Sull'attuale situazione dei flussi migratori, Leijtens ha detto che la pressione sale, con un +12% nei primi cinque mesi di quest'anno e con una crescita che raggiunge quasi il 160% nel "Mediterraneo centrale", in particolare per le rotte dalla Tunisia.

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