Estero

Grecia, sale il bilancio delle vittime del naufragio

Sono almeno 79 i migranti annegati nel corso dell’ennesimo viaggio della speranza. Dall’Europa cordoglio e poco altro

(Keystone)
14 giugno 2023
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È successo di nuovo, stavolta al largo della Grecia, in quella che rischia di trasformarsi in una delle peggiori stragi del Mediterraneo: un peschereccio stracarico di centinaia di migranti, forse fino a 750, partito da Tobruk, in Libia, per raggiungere l'Italia, si è capovolto nelle acque dell'Egeo, a 47 miglia nautiche da Pylos nel sud del Peloponneso. E dopo una giornata di ricerche e soccorsi – non senza denunce delle Ong che accusano Atene di non aver avviato l'operazione di salvataggio – sono stati recuperati almeno 79 corpi e oltre cento persone sono state tratte in salvo. Con il rischio però che il bilancio finale debba certificare un’ecatombe.

La tattica dello struzzo

“La parte esterna della nave era piena di persone, sospettiamo che lo stesso valga per l'interno” spiega Nikolaos Alexiou, comandante e portavoce della Guardia costiera greca, mentre afferma che “non si può dare un numero esatto con certezza, ma certamente è molto alto”. Almeno 400, ma secondo le prime ricostruzioni dei sopravvissuti che erano a bordo dell'imbarcazione “i passeggeri erano 750”, come racconta il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas. Lo stesso numero fornito da Alarm Phone, che già martedì era stata contattata per segnalare un'imbarcazione in difficoltà. “Stiamo assistendo a una tragedia, più passano le ore più ci prepariamo al peggio”, dichiara Giorgos Favas, assessore alle politiche sociali del comune di Kalamat: "L'imbarcazione conteneva il doppio e forse il triplo dei passeggeri consentiti, e si è ribaltata" spiega Favas. I sopravvissuti sono stati alloggiati tra le pareti di un magazzino sulla banchina, per le salme c’è un camion frigorifero.

Eppure l’impressione è che per l’ennesima volta si sarebbe potuto evitare il peggio, se solo non si fosse preferita la tattica dello struzzo. A mezzogiorno di martedì un aereo dell'agenzia europea Frontex aveva avvistato il peschereccio e a individuarlo erano state successivamente due motovedette, “senza richiedere assistenza”, racconta la Guardia costiera greca. “I migranti hanno poi rifiutato qualsiasi assistenza e hanno dichiarato di voler proseguire il viaggio verso l'Italia”, sostengono i pattugliatori di Stato greci.

Ma in un comunicato Alarm Phone smentisce questa ricostruzione, sostenendo che la Guardia costiera ellenica fosse stata allertata “alle 16.53”, così come “le autorità greche e le altre europee”. Quindi “erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata”, ma – denuncia il centro che si occupa di ricevere le telefonate di soccorso – “non è stata avviata un'operazione di salvataggio”. Sarebbero così andate perse – è la lettura di Alarm Phone – ore cruciali, fino al naufragio, con le operazioni di soccorso e il recupero di 104 persone portate in salvo a Kalamata dallo yacht Mayan Queen IV, battente bandiera delle Cayman. Alexiou spiega che i soccorritori continuano “a operare al largo di Pylos e continueranno a farlo anche di notte, con l'assistenza del C-130 dell'Aeronautica Militare”. Le speranze di trovare superstiti, però, si affievoliscono ogni ora che passa.

Secondo le prime informazioni le persone venivano da Siria, Pakistan, Egitto e tra loro, raccontano i soccorritori, c'erano anche donne e bambini stipati nelle stive. Stando alle prime testimonianze, nessuna di loro indossava il giubbotto di salvataggio.

Cordoglio tardivo

I vertici dell'Unione europea esprimono il loro cordoglio per la notizia con le consuete formule di circostanza, nonostante i Paesi membri continuino a far poco o nulla per prevenire certi disastri. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen si dice “profondamente addolorata” e “molto preoccupata per il numero di persone scomparse” sottolineando la necessità di “continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i Paesi terzi, per prevenire queste tragedie”. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parla di “un promemoria straziante del fatto che dobbiamo porre fine al business senza scrupoli dei trafficanti”, annunciando che “i leader dell'Ue affronteranno la questione al vertice di giugno". Ma pochi, ormai, sperano in un vero cambio di rotta per la rodata politica dell’indifferenza e del darwinismo navale.

Più duro – e più sincero – il commento della commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, che spiega come il naufragio “sia il segno del fatto che la nostra politica migratoria non funziona bene al momento”, augurandosi che verrà cambiata con il nuovo Patto di migrazione e asilo. “La situazione di stallo durata sette anni è finita”, ha spiegato Johansson, difendendo il lavoro delle Ong: “Sono diverse tra loro, ma in generale fanno un ottimo lavoro e salvano vite”.

I viaggi della speranza, intanto, proseguono: le Nazioni unite calcolano che da inizio anno siano stati circa 72mila i migranti sbarcati in Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro.

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