Venti giorni di sospensione e decurtamento del salario per la maestra ‘rea’ di aver fatto pregare gli alunni in classe
L'Ave Maria e il Padre Nostro no, in classe non si può. Un'insegnante di una scuola primaria in provincia di Oristano si è vista infliggere venti giorni di sospensione, con decurtamento del salario, per aver fatto recitare le due preghiere ai suoi alunni in prossimità del Natale. Il fatto ‘incriminato’ è accaduto il 22 dicembre, giorno in cui la maestra ha proposto agli alunni della classe che stava seguendo per una collega di realizzare un braccialetto rosso per rappresentare il rosario e poi recitare un'Ave Maria e un Padre Nostro. "Non mi sembrava di aver fatto nulla di grave", si è poi giustificata, precisando di aver chiesto a inizio anno ai genitori il permesso di far recitare le preghiere ai bambini, richiesta alla quale nessuno si era opposto.
Qualcuno però non ha gradito la sua iniziativa: lasciate alle spalle le festività natalizie, due mamme si sono rivolte alla direzione per esternare il loro malcontento. Vicenda finita qui? Affatto. A inizio marzo la maestra è stata convocata in direzione, dove le è stato notificato il provvedimento: 20 giorni di sospensione con decurtamento del salario con l'accusa di "aver fatto pregare i bambini, di aver realizzato un rosario ma anche di averli terrorizzati quando, prima di Natale, avevo spiegato la pericolosità del fumo, dopo varie domande dei piccoli".