la guerra in ucraina

Gli 007 russi: ‘Sventato un attentato all’editore filo-Putin’

Konstantin Malofeev è amico di Dugin, la cui figlia Darya è stata uccisa in un attentato

Kostantin Malofeev (Wikimedia)

Una bomba artigianale da applicare sotto la sua auto per farla saltare in aria: così, secondo i servizi di sicurezza russi, doveva essere assassinato Konstantin Malofeev, il miliardario a capo del gruppo mediatico Zargrad, difensore dei valori tradizionali russi e sostenitore di Vladimir Putin.

Il precedente

La stessa sorte toccata nell’agosto scorso vicino a Mosca a Darya Dugina, figlia del filosofo ultranazionalista Alexander Dugin, legato a Malofeev nell’attività giornalistica. Per la morte della Dugina l’Fsb, il servizio di intelligence interna, accusò gli 007 ucraini. Obiettivo dell’attentato, affermarono, era il padre, ma un cambio di auto dell’ultimo momento gli salvò la vita facendogli perdere la figlia.

Per l’attentato sventato contro Malofeev viene chiamato in causa Denis Kapustin, uomo d’affari fondatore e capo del gruppo armato di estrema destra Corpo dei volontari russi, alleato delle forze di Kiev, che la settimana scorsa ha rivendicato un’incursione nella regione frontaliera russa di Bryansk. "Grazie a Dio sto bene, nessuno è stato colpito", ha scritto sul suo canale Telegram Malofeev, aggiungendo che nessuna minaccia o attacco terroristico potrà farlo recedere dalle sue posizioni patriottiche.


Un murale dedicato a Darya Dugina (Keystone)

Da parte sua la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha affermato che se i Paesi occidentali rimarranno in silenzio davanti all’attentato sventato "significherà il loro tacito coinvolgimento nel sostenere tali crimini nonché il patrocinio ideologico alle azioni estremiste dei banditi di Kiev".

Chi è Malofeev

Malofeev, considerato un difensore dell‘idea della Grande Russia legata alla tradizione ortodossa, è figura ben nota anche all’estero per i suoi rapporti con ambienti tradizionalisti religiosi. Nel 2015 ingaggiò John Hanick, ex producer di Fox News, per lanciare il canale televisivo Zargrad: ’La città dell’imperatore’, come era chiamata nell’antico slavo Costantinopoli, la Seconda Roma di cui Mosca era considerata erede come la Terza Roma a difesa della cristianità. Dugin è stato il primo direttore della rete.

Malofeev, che ha 48 anni, è sottoposto a sanzioni americane ed europee fin dal 2014 e l’Ucraina lo ha inserito nella lista dei ricercati accusandolo di avere creato e finanziato gruppi paramilitari nell’est del Paese per combattere contro il governo di Kiev. Il mese scorso è diventato il primo magnate russo che ha visto i suoi capitali negli Usa venire confiscati dalle autorità locali per essere devoluti all’Ucraina, dopo che, nell’aprile scorso, era stato incriminato per aver "tentato di eludere le sanzioni per acquisire e gestire in modo occulto dei media in tutta Europa".

I nomi di Malofeev e di Dugin compaiono anche nelle carte dell‘inchiesta italiana sui cosiddetti ’fondi russi’, per la quale la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione nel gennaio scorso. Gli inquirenti ipotizzavano tra l’altro un interessamento indiretto dei due per facilitare un accordo di transazione di prodotti petroliferi russi, mediato anche con incontri all’Hotel Metropol di Mosca nel 2018.

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