corea del nord

Pyongyang: ‘Il Pacifico sarà il nostro poligono di tiro’

Nuove minacce da Kim Yo-Jong, sorella del dittatore Kim Jong-Un. Lanciati due missili a corto raggio dopo le manovre Usa

Kim Yo-Jong durante il suo intervento (Keystone)
20 febbraio 2023
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Il Mare del Giappone e anche l’Oceano Pacifico sono di fatto il "poligono di tiro" delle potenti armi balistiche della Corea del Nord: l’evocativo avvertimento agli Stati Uniti e ai suoi alleati Corea del Sud e Giappone, affidato alla influente e misteriosa Kim Yo-jong, sorella minore del leader Kim Jong-un, che torna perentoriamente sotto i riflettori dopo anni in cui è rimasta un po’ defilata, arriva al termine di un movimentato fine settimana. Che si è aperto sabato con il lancio da parte di Pyogyang di un missile intercontinentale Icbm, seguito da un’esercitazione aerea congiunta con caccia e bombardieri nucleari strategici fra Usa, Corea del Sud e Giappone e chiusa lunedì mattina da un nuovo lancio dalla Corea del Nord di due missili a medio raggio, caduti poco fuori dalle acque territoriali giapponesi.


Uno dei missili lanciati da Pyongyang (Keystone)

Uno scambio di avvertimenti in rapidissima successione: il missile intercontinentale di sabato, del sofisticato tipo Hwasong-15 potenzialmente capace di colpire l’America continentale con testate nucleari multiple - una "esercitazione a sorpresa" che dimostra la capacità di colpire il nemico con un "micidiale contrattacco atomico" -, era un chiaro avvertimento a Washington; quello odierno a Seul e Tokyo e alle truppe americane schierate ai suoi confini: partiti da grandi lanciatori tattici multipli schierati per l’occasione sulla costa occidentale, sono capaci di colpire con esplosioni nucleari tattiche i territori vicini, "riducendo in cenere le basi aeree operative del nemico".

Consigliera politica

La sorella del leader di Kim, che si ritiene mantenga con discrezione una posizione di consigliera politica del fratello e di responsabile della propaganda, ha dichiarato, citata dall’agenzia di regime Kcna, che Pyongyang sta monitorando da vicino le mosse di Seul e di Washington, la crescente presenza militare americana nella regione e le esercitazioni militari congiunte, che la Corea del Nord considera alla stregua di simulazioni di invasione.

"La frequenza con cui useremo il Pacifico come nostro poligono di tiro dipende dalla tipologia delle azioni degli Stati Uniti", ha dichiarato Kim Yo-jong, lanciando di nuovo la palla nella metà campo avversaria. Preludendo ad altro: "Ora che possediamo una tecnologia e capacità (nucleare e missilistica) soddisfacenti possiamo concentrarci sull’ingrandire l’arsenale". Una risposta anche a quanti nel campo avversario dubitano - come hanno fatto alcuni analisti sudcoreani - della capacità di reazione rapida della forza nucleare nordcoreana. Il deterrente nucleare del regime, dichiarato "irreversibile", è destinato a crescere e può essere attivato in tempi rapidi e in ogni condizione: Invece di dubitare e di preoccuparsi per noi - ha dichiarato la sorella del leader - farebbero bene a correre ai ripari e a trovare il modo di difendersi".

Il ritorno dopo l’eclissi

Il messaggio di Kim Yo-jong segnala anche una completa resurrezione della 39enne sorella del leader dopo un periodo di eclissi seguito al fallimento del vertice del 2019 sulla denuclearizzazione della penisola coreana con l’allora presidente Usa Donald Trump e il leader sudcoreano Moon Jae-in. Era tornata in auge durante la lunga assenza del fratello dalla pubblica ribalta che hanno fatto sospettare sulle sue condizioni di salute. Di fatto suo alter ego in politica estera, lo scorso novembre aveva tuonato contro le sanzioni occidentali al suo Paese. Pur nella difficoltà di cogliere i meccanismi dell’ermetica struttura di potere e di successione a Pyongyang è oggi considerata dagli osservatori la numero due di fatto, seppure non ufficialmente accreditata come "erede al trono".

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