Estero

Giorno del Ricordo, l’Italia commemora le vittime delle foibe

L’esodo giuliano-dalmata e i massacri compiuti dai partigiani titini a cavallo del secondo dopoguerra sono stati ricordati in una cerimonia pubblica

(Depositphotos)
10 febbraio 2023
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Con una cerimonia solenne al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza si celebra oggi sul Carso triestino il Giorno del Ricordo, per commemorare le vittime delle foibe, l’esodo giuliano-dalmata e le drammatiche vicende del confine italiano orientale negli anni a cavallo del secondo dopoguerra. Erano gli anni a cavallo della fine della seconda guerra mondiale. Il luogo era il confine orientale, la Venezia Giulia. Gli oppositori dovevano essere eliminati e per farlo le forze comuniste che obbedivano a Josip Broz, detto Tito, oltre alle deportazioni, utilizzavano anche le foibe, inghiottitoi naturali tipici del Carso.

La prima ondata di violenza, nell’area in cui oggi si incrociano Italia, Slovenia e Croazia, si registra nell’autunno del 1943, un’altra nella primavera del 1945. Nelle foibe venivano gettati principalmente i cadaveri di vittime delle fucilazioni. Talvolta - è stato riportato - i condannati venivano fatti allineare e legati tra loro con il fil di ferro: chi veniva colpito dalla scarica, trascinava giù anche gli altri, ancora vivi.

A Basovizza, località del comune di Trieste, si trova una delle più grandi foibe, oggi Monumento nazionale. Quello che in origine era un pozzo minerario all’epoca fu usato come luogo di esecuzione, in cui gettare persone colpevoli di essere italiane o contrarie al regime di Tito. Difficile la conta delle vittime: secondo una stima, che tiene conto della profondità del pozzo, gli infoibati solo a Basovizza, senza considerare le altre cavità utilizzate sul Carso, sarebbero circa duemila. Tra gli italiani vi erano persone legate al regime fascista ma soprattutto gente comune. A cadere vittima del totalitarismo anche croati e sloveni.

Un dramma che in quegli anni portò anche all’esodo di oltre 300 mila persone di lingua italiana, costrette a lasciare i territori di Istria, Fiume e Dalmazia passati sotto il controllo della Jugoslavia di Tito. Una fuga obbligata, in condizioni difficili e con l’abbandono di radici, affetti e beni.

È dal 2005 che l’Italia dedica agli avvenimenti tragici del confine orientale il Giorno del ricordo, istituito con legge nazionale del marzo 2004. Ma le violenze subite e il dramma patito, come rivendica da sempre chi ha vissuto in prima persona quegli anni, rimangono ancora poco conosciute. Da anni è in corso un processo di pacificazione internazionale, anche sugellato nel 2020 con la visita congiunta nei luoghi del ricordo del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e dell’allora presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor.

Le celebrazioni di oggi

Le celebrazioni al Monumento sono promosse dal Comune di Trieste e dal Comitato per i Martiri delle foibe. Presenti, tra gli altri, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, la capogruppo democratica alla Camera, Debora Serracchiani, autorità civili e militari.

Nell’area della cerimonia sono stati schierati i gonfaloni, tra gli altri, dei Comuni di Trieste e Muggia e della Regione Fvg. Sono inoltre state esposte bandiere e labari delle rappresentanze legate agli esuli. Presente anche il vessillo della X Mas. Tra il pubblico diversi gli studenti degli istituti locali.

Dopo la cerimonia dell’Alzabandiera, alla presenza di un picchetto del Reggimento Piemonte Cavalleria 2/o, sono stati resi gli onori ai martiri delle foibe e sono state deposte davanti alla grande foiba corone d’alloro da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, da parte della Regione Fvg e del Comune di Trieste, da parte del presidente del Comitato per i Martiri delle Foibe e della Lega Nazionale, Paolo Sardos Albertini, e una corona da parte dei rappresentanti delle associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati. Subito dopo è stato suonato il silenzio.

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