Gran Bretagna

Londra e la volontà di limitare il numero di studenti stranieri

Truss verso la stretta delle iscrizioni nelle prestigiose università per ridurre il fenomeno dell’arrivo di familiari con permessi di ricongiungimento

Liz Truss
(Keystone)
4 ottobre 2022
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Linea ancor più dura del governo Tory precedente sull’immigrazione: dal progetto di congelare automaticamente le richieste d’asilo presentate dai "clandestini" che si affidano ai trafficanti attraverso la rotta della Manica per sbarcare nel Regno Unito; all’idea di una stretta sulle iscrizioni di studenti stranieri nelle prestigiose università britanniche per ridurre il fenomeno parallelo dell’arrivo di familiari muniti di permessi di ricongiungimento.

È la prospettiva ultra radicale indicata oggi anche su questo fronte nei lavori congressuali della conferenza annuale del Partito Conservatore britannico: stavolta da Suella Braverman, succeduta alla guida del ministero dell’Interno nella nuova compagine di Liz Truss a un’altra figura in fama di falco come Priti Patel, dopo la caduta di Boris Johnson.

Braverman – protagonista oggi dal palco del congresso di Birmingham con altri ministri quali il neotitolare degli Esteri, James Cleverly, o la vicepremier e responsabile della Sanità, Theresa Coffey – non ha esitato a sfidare possibili ulteriori polemiche su un governo già pesantemente criticato in materia economica dopo neppure un mese di vita. Sui migranti illegali, ha ribadito per esempio d’essere a favore del contestato piano Ruanda per il trasferimento di parte dei richiedenti asilo nel Paese africano; e ha anzi aggiunto di "non vedere l’ora" di poter leggere sui giornali la notizia della prima partenza di un aereo.

A rafforzare il suo tono bellicoso, è quindi arrivata una dichiarazione rilasciata durante un incontro a margine dell’assise contro "i troppi studenti stranieri" iscritti tuttora a suo dire negli atenei del Regno, anche dopo la Brexit. Braverman ha definito in particolare eccessivo "il numero di coloro" a cui viene poi riconosciuto il diritto di farsi raggiungere da familiari provenienti dai Paesi d’origine. Mentre a chi le chiedeva se quest’atteggiamento non fosse in contraddizione con la sua storia familiare di figlia di genitori d’origine indiana accolti sull’isola a suo tempo rispettivamente da Kenya e Mauritius, ha replicato di non avvertire alcun disagio: semmai di provare gusto nello scandalizzare "la sinistra" politically correct.

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