Estero

Covid, in Europa dopo il picco la (lenta) discesa

Secondo gli esperti la pandemia di Coronavirus nel Vecchio Continente ha raggiunto il culmine, ma il prosieguo 'non sarà uno sprint, bensì una maratona'

12 giugno 2020
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In Europa la pandemia di Covid-19 ha superato il picco, ma la discesa della curva epidemica non si annuncia veloce: "Non sarà uno sprint, ma una maratona", avvertono i Centri europei per il controllo delle malattie (Ecdc). Una frase spesso pronunciata e ripetuta anche dalle autorità elvetiche negli scorsi mesi e nelle scorse settimane.

Se nei Paesi europei il rischio legato alla circolazione del virus SarsCov2 è moderato e in alcuni casi basso, non è così dall'altra parte dell'Atlantico, dove soprattutto in America Latina la prima ondata della pandemia sta raggiungendo numeri altissimi in termini di casi e decessi.

Imparare a convivere con il virus

Ovunque si spera nel vaccino, ma per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) adesso è importante "imparare a convivere col virus". Questo perché, osserva il capo delle Emergenze dell'Oms Mike Ryan, "speriamo di trovare un vaccino efficace, ma non è garantito che questo accada". Di conseguenza "i governi di tutto il mondo devono trovare un equilibrio tra il controllo del virus e le conseguenze sociali ed economiche delle misure".

In Europa la curva epidemica continua a salire solo in Polonia e in Svezia, ma gli Ecdc avvertono che "un aumento dei casi è probabile nelle prossime settimane". Incoraggianti anche i dati sui decessi, tanto che sulla rivista "The Lancet" il gruppo dell'Imperial College di Londra, coordinato da Lucy Okell, interpreta i dati degli Ecdc individuando un plateau della mortalità in Europa assestato su valori compresi fra lo 0,5% e l'1%: un dato maggiore rispetto a quello dell'influenza stagionale, ma comunque positivo, e probabilmente dovuto alle misure di contenimento.

Restare vigili in vista dell'autunno

Guai, però, ad abbassare la guardia. "La pandemia non è finita", dicono gli Ecdc. "Mentre osserviamo una tendenza alla riduzione in Europa, servono ancora sforzi continui per limitare la diffusione della malattia". C'è quindi da affrontare una lotta ancora lunga, in cui "il contributo di ognuno può fare la differenza", aggiungono riferendosi alle misure di prevenzione.

Mentre negli Stati Uniti e in America Latina la pandemia si estende a macchia d'olio, in Europa ci sono focolai bene individuabili, che richiedono comunque una stretta sorveglianza. Basti pensare al recente focolaio di Roma, oppure a quelli nell'est della Francia. Imparare a convivere con il virus è importante soprattutto in vista dell'autunno, quando le malattie respiratorie invernali potrebbero confondersi con il coronavirus.

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