Estero

Omicidio Caruana, i maltesi al nono giorno di protesta

Chiedono le dimissioni immediate del premier. Chi era la giornalista fatta saltare in aria nel 2017, dopo gli articoli che accusavano il governo di corruzione

In ricordo di Daphne Caruana Galizia (Keystone)
2 dicembre 2019
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Migliaia di maltesi sono scesi in piazza per la nona volta dal 20 novembre, giorno dell'arresto dell'imprenditore Yorgen Fenech in fuga sullo yacht di famiglia, poi incriminato come mandante dell'omicidio di Daphne Caruana Galizia, giornalista investigativa maltese uccisa nell'ottobre del 2017. La folla ha gridato "Barra issa" (via ora), "Daphne was right" (Daphne aveva ragione), tenuta a distanza dall'edificio del parlamento da un reticolato di transenne. Il tutto mentre nell'aula disertata dai parlamentari di opposizione si teneva la seduta in cui il premier Joseph Muscat – che ha annunciato le sue imminenti dimissioni, prendendo atto delle crescenti pressioni dell'opinione pubblica – ha ricostruito le fasi delle indagini. Il discorso di Muscat è stato anche disturbato da un contestatore nella tribuna del pubblico, allontanato su richiesta del presidente del Parlamento. Quanto alle dimissioni, prima del dibattito, Muscat ha annunciato che quando avrà lasciato il potere al proprio successore lascerà la vita politica e si dedicherà ad affari privati.

Chi era Daphne Caruana Galizia

In testa alle migliaia di cittadini che chiedono, assieme alla famiglia Caruana Galizia, l'uscita di scena "immediata" di Muscat, uno dei figli della giornalista ha suonato il tamburo e diffuso dagli altoparlanti del palco la canzone degli Abba 'Money, money, money'. Nell'ottobre del 2017, dopo avere messo in imbarazzo il governo Muscat con scoop sui legami con il regime azero e accuse di corruzione, la cronista, 53 anni, era stata fatta saltare in aria sulla sua Peugeot a due passi da casa, a Bidnija: mezz'ora prima aveva pubblicato l'ultimo articolo sul suo blog, 'Running Commentary', che si concludeva con la frase "ci sono criminali ovunque si guardi, la situazione è disperata".

Dalla parte opposta

Migliaia di persone hanno riempito la via della località di Hamrun (quartiere tra i più popolari e multietnici di Malta) in cui ha sede il partito laburista maltese, a sostegno del premier Muscat. Nelle immagini pubblicate da One Tv, canale di riferimento del Labour e dal Times of Malta, la folla urla "Joseph, Joseph", inneggiando al premier che ieri è stato costretto ad annunciare le dimissioni a gennaio, dopo che il partito (che ha la larga maggioranza in parlamento) avrà scelto il successore. Tra i moltissimi sostenitori di Muscat, molti sottolineano il successo delle ricette economiche del suo governo (che dal 2013 ha macinato una crescita media mai inferiore al 5% annuo, con picchi bel oltre il 6%). Il raduno è stato autoconvocato sui social media e si tiene a circa un chilometro e mezzo dalla sede del parlamento, dove migliaia di cittadini per il nono giorno invece protestano e bloccano l'uscita dei parlamentari laburisti dopo la seduta in cui Muscat ha riferito sulle indagini per l'omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia.

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