Estero

Giappone, il lavoro è salute... a volte

Un rapporto governativo mette a nudo come, in diversi campi, servano misure urgenti per prevenire le morti da sovraccarico occupazionale

3 ottobre 2019
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Un rapporto governativo in Giappone esorta le aziende in diversi campi - in particolare nel settore dei media e delle costruzioni - ad adottare misure urgenti per prevenire le morti da sovraccarico di lavoro, il cosiddetto 'karoshi'. Lo studio approvato questa settimana dall'esecutivo ha certificato ben 158 morti per malattie o suicidi legati a casi di superlavoro nell'anno fiscale 2018, e sebbene le statistiche siano ai minimi in 10 anni rimane un numero ancora elevato. Tra le fasce di età prese in considerazione, i quarantenni costituiscono il gruppo più rappresentato con 47 morti, seguite dagli individui con più di 50 anni e dalle persone con un'età superiore a 30 anni. Il settore delle costruzioni ha il numero più alto di vittime, con 78 dipendenti morti per emorragia celebrale e scompensi cardiaci, nel periodo dal 2010 al 2015. Il rapporto indica inoltre come nello stesso lasso di tempo 54 lavoratori abbiano commesso suicidio per disturbi mentali, a causa - tra le altre ragioni - dei lunghi orari di lavoro, le modifiche subentrate nel carico di lavoro, e le incomprensioni con i propri superiori. Nel settore dei media, rivela l'indagine, le morti certificate per 'karoshi' riguardano esclusivamente la fascia di età dei ventenni, gravati da turni di lavoro massacranti, impossibilitati a usufruisce di giorni liberi per periodi superiori a due settimane. Secondo il parere dell'avvocato del Consiglio di difesa che rappresenta le famiglie delle vittime di Karoshi, Hiroshi Kawahito, le attività dei media in Giappone si intensificheranno in preparazione dei giochi olimpici di Tokyo 2020, e con ogni probabilità aumenteranno i casi di sovraccarico di lavoro.
 
 

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