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Va in pensione Ida Boccassini. Processò Berlusconi

Il nome del magistrato è legato anche alle prime indagini sulle stragi di Capaci e di via D'Amelio in cui morirono Falcone e Borsellino.

6 settembre 2019
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È stata uno dei magistrati simbolo della procura di Milano, protagonista dei processi a Silvio Berlusconi e per questo spesso al centro degli attacchi della politica, almeno di una sua parte. Ma ha legato il suo nome anche alle prime indagini sulle stragi di Capaci - in cui in un attentato esplosivo compiuto da Cosa Nostra morì il magistrato antimafia Giovanni Falcone - e di via D'Amelio - in cui in un attenttao di stampo terroristico mafioso morì il magistrato Paolo Borsellino - e alla cattura di Totò Riina.

E negli ultimi anni, da capo della Direzione distrettuale antimafia (Dda) milanese, ha coordinato tutte le più importanti i inchieste sulle infiltrazioni della mafia al Nord. Ora Ilda Boccassini, dopo 41 anni di servizio, si appresta ad abbandonare la magistratura. L'8 dicembre prossimo andrà in pensione per raggiunti limiti di età, all'indomani del suo settantesimo compleanno. E lascerà un vuoto tra i colleghi, con i quali non ha però avuto sempre rapporti facili. È stata amica di Giovanni Falcone - il magistrato antimafia ucciso nella strage di Capaci (maggio 1992) insieme alla moglie e a tre agenti della scorta in un attentato esplosivo compiuto da Cosa Nostra.

Alla commemorazione di Falcone, un anno dopo la strage di Capaci, al Palazzo di giustizia di Milano, fece scalpore il suo j'accuse: "avete fatto morire voi Giovanni Falcone, con la vostra indifferenza, con le vostre critiche" disse senza fare sconti a nessuno. Poi chiese di partire per la Sicilia per dare la caccia agli assassini. Rimase lì sino alla cattura di Riina."Pur essendo una donna, per noi è sempre stata un soldato" disse qualche anno dopo di lei il capitano Ultimo che con lei aveva collaborato anche all'inchiesta Duomo Connection, la prima sulle infiltrazioni della mafia al Nord.

Tornata a Milano, su richiesta di Francesco Saverio Borrelli - che invece anni prima l'aveva estromessa dal pool antimafia di Milano per contrasti con i colleghi - entrò nel pool di Mani Pulite in sostituzione di Antonio Di Pietro. Subito dopo arrivarono le indagini e i processi Imi-Sir-Lodo Mondadori e Sme, a carico di Berlusconi e Cesare Previti, che ha ricoperto la carica di Ministro della difesa nel governo Berlusconi.

"È rigorosa prima con se stessa e poi con gli altri", disse di lei la superteste Stefania Ariosto. Mentre lo schieramento politico di centro-destra protestava per la "persecuzione giudiziaria". Poi fu la volta del processo Ruby, con al centro la ragazza minorenne marocchina che frequentava le cene di Arcore. In una delle prime udienze Berlusconi volle stringere la mano a Ilda la Rossa, l'appellativo legato al colore dei suoi capelli ma con cui i suoi detrattori volevano alludere a una sua 'politicizzazione'.

Ma qualche tempo dopo il leader di Forza Italia rispolverò le accuse che aveva da sempre indirizzato a certi pm, "cancro della democrazia": sono "mostruose macchine di diffamazione" e Boccassini "dovrebbe essere processata". Nell'ultimo periodo Boccassini ha assunto un profilo più defilato. Forse anche legato al fatto che è diventata nonna, come lei stessa ha raccontato a sorpresa due anni fa in una conferenza stampa su un'operazione contro la 'ndrangheta.

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