Estero

Kashmir, la protesta non si placa e miete la prima vittima

Un giovane manifestante è morto durante gli scontri con la polizia cominciati dopo la decisione di New Delhi di revocare lo statuto speciale della regione

Keystone
7 agosto 2019
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Non si ferma la protesta nel Kashmir indiano dopo la decisione di New Delhi di revocare lo statuto speciale della regione e c'è la prima vittima: è un giovane manifestante morto durante gli scontri con la polizia a Srinagar, capitale del Jammu e Kashmir, mentre almeno altri sei sono ricoverati in ospedale, alcuni con ferite d'arma da fuoco.

Il ragazzo, che fuggiva inseguito dagli agenti, è saltato in un fiume ed è annegato. Oltre cento attivisti kashmiri ed esponenti politici sono stati arrestati mentre la valle è isolata dal resto dell'India, le comunicazioni sono sospese e il coprifuoco paralizza la vita quotidiana. Uffici pubblici, ospedali e scuole sono chiusi. Decine di migliaia di soldati delle forze speciali presidiano ogni angolo nel tentativo di evitare che la situazione esploda. Sporadici colpi di arma da fuoco si odono nelle strade pattugliate dai blindati.

Domani il premier Narendra Modi rivolgerà un discorso alla nazione per spiegare la decisione del governo di dividere lo stato himalayano in due Unioni Territoriali cancellando l'autonomia dello stato del Kashmir che era garantita dal 1947 dalla Costituzione indiana ed era stata confermata da una risoluzione delle Nazioni Unite nel 1948.

Ma la crisi innescata lunedì dalla scelta del governo nazionalista di Modi ha già iniziato ad avere ripercussioni nella regione e rischia di innescare una crisi dagli esiti imprevedibili. Il Pakistan ha deciso di ridimensionare le relazioni diplomatiche con l'India e di sospendere le relazioni commerciali bilaterali. Islamabad ha annunciato di aver deciso di espellere l'inviato diplomatico indiano nel Paese e di richiamare l'ambasciatore pachistano a New Delhi. "I nostri ambasciatori - ha dichiarato il ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi parlando al canale televisivo Ary News - non saranno più a New Delhi e anche i loro omologhi qui saranno rimandati indietro".

Ieri il premier pachistano Imran Khan aveva avvertito sulle possibili conseguenze della crisi, fino ad una guerra convenzionale tra i due Paesi. E aveva preannunciato che porterà la questione davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. "Temo che possano iniziare la pulizia etnica in Kashmir per spazzare via la popolazione locale", aveva detto Khan durante una sessione del Parlamento pachistano."Ci attaccheranno e noi risponderemo, e la guerra potrebbe andare in entrambe le direzioni. Nessuno la vincerà e avrà gravi conseguenze per il mondo intero".

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