Estero

'Niente fondi agli spettacoli anti-Israele'

Una legge potrebbe permettere al governo israeliano di ridurre o annullare i sussidi a enti che vanno contro "i valori dello Stato ed i suoi simboli"

Netanyahu
26 ottobre 2018
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Un grido di allarme è giunto oggi da due dei maggiori intellettuali israeliani, Amos Oz e David Grossman, sul progetto del governo di passare alla Knesset una legge definita 'Fedeltà nella cultura'.

In sostanza, la legge consentirà alla ministra della Cultura Miri Regev (Likud) di ridurre o annullare sussidi ad enti che a suo parere vadano contro "i valori dello Stato ed i suoi simboli", e al tempo stesso incentivarne altri più inclini ad assecondare le sue iniziative: ad esempio portare spettacoli teatrali negli insediamenti ebraici in Cisgiordania.

Da Mosca, dove ha ricevuto l'importante premio letterario Tolstoj, Oz ha detto alla televisione statale di temere per la democrazia israeliana. Da parte sua Grossman, in un'intervista a Yediot Ahronot, ha avvertito che episodi di erosione in apparenza marginali possono assumere poi importanza centrale: "Così agisce il fascismo", ha denunciato.

"La legge non influenzerà in alcun modo la libertà di espressione", ha replicato Regev. "Ciascuno in Israele resta libero di dire ciò che pensa. Ma non riceverà fondi pubblici un ente che pensa di dover esaltare i terroristi o di delegittimare Israele.

Facciano pure spettacoli o film a piacimento - ha aggiunto - ma non con fondi pubblici". Si riferiva probabilmente a due casi: uno spettacolo rappresentato dal teatro arabo al-Midan di Haifa scritto da Walid Daka, un palestinese recluso per aver ucciso soldato un israeliano; e un'iniziativa della Cinemateca di Tel Aviv di proiettare documentari di sostegno alla causa nazionale palestinese.

Ieri, nel teatro municipale di Haifa, gli attori hanno concluso lo spettacolo con una provocatoria dichiarazione di fedeltà. "Ci impegniamo - hanno detto - ad essere fedeli alla libertà artistica; di essere fedeli alla sollevazione di domande che abbiano più di una sola risposta; di essere fedeli a voi spettatori: non vi lasceremo mai in balia di spettacoli 'obbedienti'".

Documenti di protesta sono stati sottoscritti da decine di artisti. Da parte sua la rivista 'Zu-HaDerech' del Partito comunista ha rilevato che la legge voluta dalla Regev va ad affiancarsi alla legge che qualifica Israele come 'Stato-Nazione del popolo ebraico' e che ha sollevato proteste nella minoranza araba. "I fondi pubblici sono di tutti, mica del governo", ha esclamato la parlamentare comunista Aida Toma-Suleiman.

Lo stesso Grossman ha denunciato di avere la sensazione di "un cappio che si stringe" per i tentativi del governo di tenere sotto crescente controllo non solo la cultura, ma anche i media e i tribunali. Gli intellettuali, ha assicurato, continueranno però per la loro strada. "Nessuno ricorda il nome del ministro della cultura ai tempi di Cechov e di Gogol. La Storia ricorderà 'i nostri Cechov e Gogol', non la Regev".

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