Estero

Tegola su Trump, il suo ex legale si consegna all'FBI

Michael Cohen avrebbe confessato su tutta la linea, fra i reati di cui era accusato ci sono frode e violazione delle regole finanziarie della campagna elettorale (di Trump)

21 agosto 2018
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Si va dalla frode fiscale e bancaria alla violazione delle regole finanziarie della campagna elettorale, questi i reati ammessi da Michael Cohen, l'ex avvocato personale di Donald Trump. Il legale ha raggiunto un accordo con le autorità federali per una dichiarazione di colpevolezza nell'ambito di un'inchiesta dell'FBI.

La notizia rimbalza su tutti i media americani poche ore prima che Cohen, già consegnatosi all'FBI, si presenti ad un'udienza in un tribunale di Manhattan, per rendere noti i termini dell'intesa.

Secondo le indiscrezioni, la dichiarazione di colpevolezza riguarderebbe tutti i reati ipotizzati. Una svolta giudiziaria con un altissimo potenziale politico: perché, se quest'ultimo sviluppo è strettamente legato all'inchiesta sulle accuse di frode, il passo potrebbe essere breve in vista di una possibile collaborazione di Cohen nell'inchiesta sul Russiagate guidata dal procuratore speciale Robert Mueller.

I dettagli arrivano alla spicciolata in attesa di comunicazioni ufficiali. In base alle indiscrezioni, l'accordo che l'ex legale del presidente americano ha raggiunto è relativo anche ad un eventuale periodo di detenzione.

L'inchiesta che riguarda le attività finanziarie di Cohen è in corso da mesi e riguarda anche il pagamento di 130'000 dollari effettuato dallo stesso Cohen – che fino a non molto tempo fa si dichiarava pronto a prendere un proiettile per Trump – alla porno star Stormy Daniels poco prima delle elezioni, per comprare il suo silenzio sulla presunta relazione che la donna sostiene di aver avuto con Trump nel 2006.

Nelle scorse settimane Cohen aveva segnalato a più riprese la sua disponibilità a collaborare con le autorità federali. Nel frattempo sembrava allargarsi la distanza fra l'ex avvocato di Trump, collaboratore fedelissimo e per anni considerato il "fixer" del tycoon (ovvero colui che più di altri interveniva all'occorrenza per risolvere dispute e problemi) e lo stesso presidente.

Sempre il mese scorso l'avvocato di Cohen, Lanny Davis, ha diffuso la registrazione audio di una conversazione del settembre 2016 fra lo stesso Cohen e Donald Trump, in cui discutevano un accordo che aveva raggiunto con una modella di Playboy per la vendita dei diritti sulla storia di una presunta relazione fra la donna e Trump prima della sua elezione alla presidenza. Una mossa già interpretata da osservatori come una svolta.

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