Campione d'Italia

Casinò di Campione, nasce una cooperativa

Mentre Roma tace, 19 ex dipendenti tentano il rilancio temporaneo della casa da gioco che, dalla chiusura, perde 250-300 mila euro di media al giorno.

Un momento della manifestazione dei dipendenti (Archivio Ti-Press)
13 agosto 2018
|

Un segnale forte che mostra l’attaccamento alla propria azienda, chiusa dallo scorso 27 luglio, il giorno dopo la sentenza di fallimento dei giudici del Tribunale di Como. Da qualche giorno è stata costituita la “Cooperativa lavoratori Casinò di Campione d'Italia” per la gestione temporanea della casa da gioco che non può restare a lungo inattiva. Oltre alla perdita degli incassi (250-300 mila euro di media al giorno) la chiusura accentua i problemi. A partire dalla clientela che, pur manifestando solidarietà con i 500 lavoratori, va altrove: Mendrisio e Lugano la massa, a Venezia i grossi giocatori.

I tre curatori fallimentari coordinati dal giudice Alessandro Petronzi hanno disdetto l’affitto delle slot machines che rischiano di guastarsi. «Non possiamo rimanere fermi in attesa, per cui abbiamo formato una cooperativa di ex dipendenti del Casinò» dice a ‘La Regione’ Alessandra Bernasconi, per anni responsabile del marketing della casa da gioco, portavoce del gruppo di 19 ex dipendenti e presidente del consiglio d’amministrazione.

«L’abbiamo fatto, con avvocati e commercialisti, per cercare di uscire dallo stallo in cui ci troviamo – continua Alessandra Bernasconi –. La soluzione non è facile sia dal profilo normativo e legislativo che economico (il pensiero va ai 10 milioni di euro sequestrati dal giudice fallimentare, ndr). In Italia ci sono esempi positivi di aziende fallite e rilevate dai dipendenti, però un Casinò ha problemi che potrebbero ostacolare la nostra idea. Noi guardiamo a Roma con le carte in regola per gestire il nostro posto di lavoro, ma la politica deve modificare norme e leggi. In Italia un casinò non può essere gestito da privati. Deve farlo un ente locale. Come un Comune, ma Campione, dopo il fallimento della società di cui era l’unico socio, per 5 anni è stato esautorato».

Dopo Ferragosto è previsto l’incontro con i curatori fallimentari. Sin qui la politica romana non ha mandato segnali precisi, se non quello arrivato alla Giunta Salmoiraghi di fare un passo indietro, per consentire la nomina di un commissario prefettizio il cui arrivo a Campione appare scontato. Entro il 7 settembre, 90 giorni dopo la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune, dev’esserci un piano di riequilibrio. Se non ci farà (e al 100 % non è in grado di farlo), sarà sciolto il Consiglio comunale e sarà commissariamento. Meglio sarebbe non perdere altro tempo.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE