Estero

Mediterraneo, in sette mesi morti oltre 1500 migranti

Sono le cifre diffuse dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni. In Svizzera sono in calo le richieste di asilo

I salvataggi continuano (Keystone)
27 luglio 2018
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Sono oltre 1500 i migranti morti nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno mentre tentavano di giungere in Europa. Lo rende noto da Ginevra l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Nonostante le vittime siano in calo (1504 tra uomini, donne e bambini, contro i 2401 dei primi 7 mesi 2017) quest’anno resta uno dei più letali se si considera che "si sono registrate meno traversate". Dal primo gennaio al 25 luglio, 55’001 migranti e rifugiati sono entrati in Europa via mare: si tratta di circa la metà rispetto agli 111’753 arrivi dello stesso periodo 2017.

L'Oim mette anche in evidenza che quest’anno gli arrivi di migranti in Spagna (20’992 dall’inizio dell’anno) hanno superato quelli in Italia (18’130), confermando un trend già evidenziato nei mesi scorsi. Ad oggi poco più del 38% di tutti i migranti via mare è arrivato attraverso la rotta del Mediterraneo occidentale, il cui volume migratorio – sottolinea l’ OIM – è più che triplicato rispetto ai primi sette mesi del 2017.

In calo le richieste d'asilo in Svizzera

Nel secondo trimestre 2018 sono state presentate in Svizzera 3769 domande d’asilo, il 14,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Una diminuzione della stessa entità si era già registrata nei primi tre mesi.

In giugno le domande sono state 1246, il 23,7% in meno rispetto al giugno dell’anno scorso. Ciò nonostante, l’evolversi della situazione nelle regioni in conflitto e sulle rotte migratorie resta incerta, scrive in una nota diramata oggi la Segreteria di Stato della migrazione (Sem).

I principali paesi di provenienza dei richiedenti arrivati in giugno sono l’Eritrea (222 domande, -52), l’Afghanistan (122, +31), la Siria (112, -2), la Georgia (101, +12) e lo Sri Lanka (71, +15).

Sempre in giugno, la Sem ha liquidato in prima istanza 2270 domande d’asilo, di cui 419 con una decisione di non entrata nel merito (in 379 casi in virtù dell’Accordo di Dublino), 589 con la concessione dell’asilo e 766 con l’ammissione provvisoria. Il numero di casi in giacenza in prima istanza è diminuito di 875 unità rispetto al mese di maggio attestandosi a 15’737.

Il mese scorso 573 persone hanno lasciato la Svizzera sotto il controllo delle autorità o sono state rimpatriate. Berna ha chiesto ad altri Stati Dublino la presa in carico di 551 richiedenti; 176 persone sono state trasferite nello Stato Dublino competente. Dal canto suo, la Confederazione ha ricevuto 585 domande di presa in carico Dublino e 127 persone sono state trasferite in Svizzera.

A gennaio la Sem prevedeva circa 20mila richieste per il 2018, ossia una cifra più o meno ai livelli del 2017 (18’088) dopo il forte afflusso del 2016 (27’207 richieste) e quello record del 2015 (39’523). Attualmente il numero di profughi e migranti che attraversano il Mediterraneo centrale verso l’Italia è tuttavia molto ridotto, anche a causa delle misure restrittive prese da Roma e dall’Unione europea. Nel secondo trimestre 2018, 10’300 migranti sono sbarcati in Italia, contro i 59’500 del secondo trimestre 2017 e per la maggior parte di loro la Svizzera non è un paese di destinazione, scrive la Sem. Inoltre l’accordo tra Ue e Turchia in vigore dalla primavera 2016 ha ridotto notevolmente i flussi provenienti dal Medio Oriente.

Programmi d’accoglienza Onu

Nell’ambito del programma di reinsediamento dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur/Unhcr) sono state accolte in Svizzera 104 persone.

Nel dicembre 2016 il Consiglio federale aveva deciso di ammettere sull’arco di due anni un contingente di 2000 vittime del conflitto siriano. Sino alla fine di giugno 2018 le persone accolte in Svizzera nel quadro di questo contingente sono state 972. Il programma è destinato alle persone particolarmente vulnerabili che si trovano in Siria e nei Paesi vicini e cui l’UNHCR ha riconosciuto lo statuto di rifugiato.

Il 27 giugno sono pure arrivati in Svizzera nell’ambito di misure urgenti 37 profughi in precedenza respinti dalla Libia verso il Niger, i quali per motivi tecnici saranno registrati solo in luglio. Un primo gruppo di 40 persone era giunto nello scorso aprile e alcuni profughi sono attesi nelle prossime settimane. Nel dicembre 2017 la Svizzera si era detta disposta ad accogliere, nel quadro di una misura umanitaria urgente, fino a 80 rifugiati particolarmente bisognosi di protezione evacuati dall’UNHCR a fronte della loro situazione precaria in Libia.

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