Confine

‘I frontalieri favoriscono il traffico di valute e preziosi’

È quanto confermano i dati forniti dal Comando generale della Guardia di finanza di Roma. Sequestri in aumento

Il valico di Ponte Chiasso
(Ti-Press)
1 ottobre 2023
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Sarebbero i frontalieri i nuovi spalloni di valuta e preziosi. È qualcosa di più di una ipotesi investigativa, peraltro tutto sommato scontata considerato il numero di frontalieri, quasi 80mila, che quotidianamente attraversa la frontiera per recarsi a lavorare in Ticino. Un passaggio che spesso avviene dalle corsie doganali preferenziali riservate proprio ai frontalieri, dove i controlli sono ridotti all’osso per evitare (o meglio, ridurre) gli incolonnamenti. Una dinamica già vista. In tempi in cui la benzina in Ticino era a buon mercato c'erano frontalieri che facevano rifornimento non a scopo di lucro per parenti e amici.

E ancor prima, quando le sigarette erano più convenienti in Ticino, una stecca al giorno alimentava la vendita di sigarette di contrabbando. Traffici in grado di generare consistenti commerci di frontiera, difficili da contrastare. A sostenere che a favorire il traffico transfrontaliero di valuta e preziosi sarebbero i frontalieri è la Guardia di finanza di Ponte Chiasso, che da sempre rappresenta la sentinella sulla fascia di confine tra la provincia di Como e il Ticino. E questo sulla base dell'attività svolta nel 2022.

I dati pubblicati da il Sole 24 Ore Plus nell'ambito di un'indagine sui traffici illegali di valuta e preziosi tra Italia e Svizzera al quotidiano economico milanese sono stati forniti dal Comando generale della Guardia di finanza di Roma. Innanzitutto, sono quelli comasco-ticinesi che vanno da Bizzarone a Oria Valsolda, passando da Chiasso-stazione, Ponte Chiasso e Brogeda, in cui lo scorso anno si è concentrata l'attività di contrasto alla fuga di capitali verso la Svizzera. E i risultati, in forte crescita rispetto al 2021, non sono mancati. Soprattutto sul versante della documentazione con valenza economica, cominciando dai certificati di deposito in banche e finanziarie, soprattutto di Lugano, una novità rispetto agli anni scorsi. Ciò lo spiega con il fatto che molti capitali invece di rientrare in Italia sono stati trasferiti dalle banche alle finanziarie. Oltre 193 milioni di euro il valore della documentazione economica sequestrata dalla Gdf di Ponte Chiasso lo scorso anno, in crescita del 74% rispetto ai 111 milioni del 2021.

Numeri che stanno a indicare come molti italiani, ma soprattutto lombardi, continuano ad aver soldi neri (non di rado provenienti dai traffici illeciti della criminalità organizzata) e confermare che la lotta al traffico di valuta è in cima alla lista delle priorità delle Fiamme gialle comasche. Un'attività che sta dando risultati positivi. Basti dire che nei primi sei mesi di quest'anno, perlopiù tra Ponte Chiasso e Brogeda, è stata sequestrata documentazione bancaria per 166 milioni di euro, quasi come l'intero 2022. Documentazione bancaria, anche se spesso intestata a prestanome, considerata fondamentale per contrastare fenomeni di criminalità organizzata e non solo quindi evasori fiscali. Nel 2022 le violazioni in materia valutaria accertate alle dogane comasco-ticinesi di una certa consistenza, riferite perlopiù alla documentazione valutaria sono state 560, oltre 45 al mese. Un numero consistente, se si considera che stando agli esperti siamo in presenza della punta dell'iceberg visto che solo un illecito su trenta viene scoperto.

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