Confine

Mottarone, ufficialmente ancora nessun indagato

La procura di Verbania sta cercando di capire di chi sia la proprietà degli impianti. Era in corso il passaggio di proprietà dal Comune di Stresa alla Regione Piemonte

Il luogo del dramma
(Soccorso alpino e speleologico)
24 maggio 2021
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È un triste via vai di persone che si radunano attorno agli psicologi arrivati per sostenere i familiari delle vittime, l’obitorio di Verbania dove sono custoditi i corpi delle 13 persone recuperati dal Soccorso alpino sulle pendici del Mottarone, a Stresa, dopo lo schianto della funivia domenica mattina. 15 in tutto a bordo. Un bimbo trasportato d’urgenza all’ospedale infantile di Torino, non ce l’ha fatta. Un secondo lotta tra la vita e la morte. Nessuna autopsia sui corpi recuperati, solo riscontri diagnostici esterni del medico legale, come conferma il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, a cui sono affidate le indagini. La comunità si è stretta attorno alle famiglie delle vittime, centinaia i messaggi di cordoglio e sui social da Stresa all’Ossola, passando per Cannobio, sono molti coloro che hanno deciso di mettere il simbolo del lutto con la scritta “Funivia Stresa” sul proprio profilo.

Nessun nome, ancora, nel registro degli indagati. Sono diversi i soggetti coinvolti e c’è da appurare a quale titolo. Ad esempio bisogna chiarire di chi sia la proprietà «perché era in corso il passaggio dal Comune di Stresa alla regione Piemonte – spiega il procuratore Bossi -. C’è anche la società che gestisce l’impianto, la Ferrovie del Mottarone, e poi ci sono le diverse aziende che hanno provveduto alla revisione periodica». Parla di come funzionino i controlli sugli impianti di risalita, uno dei gestori della
Piana di Vigezzo, nel Comune di Craveggia, appena oltre confine, Luca Mantovani: «Sono stringenti e costosi. C’è l’obbligo di calendarizzarli dipendentemente dal tipo di controllo: un anno, cinque o 15. Le società di revisione sono serie, si conoscono tutti i tecnici che operano sull’arco alpino e ogni anno i funzionari del ministero dei Trasporti in base ai test ridanno i nulla osta per l’impianto. Tra le analisi c’è anche quella magnetoscopica che serve proprio a capire, attraverso una specie di radiografia, lo stato di salute del cavo. Mi sento di rassicurare sugli impianti a fune: due incidenti, quello del Cernis e quello del Mottarone, in tanti anni, dimostrano l’alto grado di sicurezza».

Sempre dalla procura di Verbania emergono le prime ipotesi sulle cause dell’incidente: «Potrebbe essersi spezzato uno dei due cavi trainanti della funivia - continua Bossi – ed è possibile che non sia entrato in funzione il sistema di sicurezza. Ci siamo rivolti al Politecnico di Torino per chiedere l’intervento di un ingegnere meccanico e di un esperto di metallurgia per l’analisi del cavo». Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo, lesioni colpose (un bambino di 6 anni è ricoverato all'ospedale infantile di Torino) e disastro colposo. Nei prossimi giorni potrebbero esserci nuovi sopralluoghi anche se le forze dell’ordine hanno provveduto a mettere sotto sequestro tutto il materiale. Diversa la situazione del relitto che dovrà essere recuperato in una zona davvero impervia «e temiamo – dice il procuratore – che nel tentativo di sollevarlo possa andare a pezzi».

Intanto ieri, lunedì, al Palazzo dei congressi di Stresa è arrivato il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini. Con lui Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, il presidente della Provincia del Vco, Arturo Lincio, e il sindaco di Stresa, Marcella Severino. Il breve incontro con la stampa si è svolto dopo un tavolo di coordinamento «in cui è emerso uno spirito di collaborazione reciproca» ha spiegato Giovannini che ha espresso vicinanza ai famigliari delle vittime ed ha spiegato che si è insediata la Commissione di esperti istituita dal ministero per chiarire le responsabilità dell’accaduto insieme alla magistratura. Intanto il sindaco di Stresa con gli operatori dell’Asl Vco (Azienda sanitaria locale) ha provveduto a organizzare un’équipe di psicologi a sostegno delle famiglie, mentre gli albergatori della località lacustre, hanno offerto gratuitamente alloggio ai familiari delle vittime. L’amministrazione del vicino Comune di Baveno ha scelto di fermarsi 14 minuti, quante sono state le vittime della tragedia, per stringere in un abbraccio, ha fatto sapere il sindaco, Alessandro Monti, tutti coloro che sono stati coinvolti nell'incidente. Stresa, una delle mete “Grand Tour” che fin dai primi del Novecento interessò intellettuali e artisti che valicavano le Alpi; che ospitò, tra gli altri, Vladimir Nabokov - che proprio al Mottarone andava a caccia di farfalle - oggi è incredula e in lutto, stordita dalla tragedia che ha scosso la quiete dei grandi alberghi muti davanti al lago.

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