Casinò di Campione, in molti lo vorrebbero comprare

A cinesi piace il Casinò di Campione d'Italia. Talmente tanto che lo vorrebbero acquistarlo. E sul tavolo sarebbero disposti a mettere una somma oscillante tra i 200-250 milioni di euro e anche di più se fosse necessario.

Lo hanno chiesto al commissario prefettizio Giorgio Zanzi che, forse, sarebbe stato anche d'accordo, ma fatto presente che "non si può fare". Lo vietano le norme italiane in materia di case da gioco. Quelle in attività, così come il Casinò di Campione sino a quando è stato aperto, sono gestite da società pubbliche riconducibili a una Regione (Saint Vincent) e a due Comuni (Sanremo e Venezia).

Ma non solo i cinesi si sarebbero fatti avanti per comperare la cattedrale laica di Mario Botta. «Almeno una dozzina le persone che si sono presentate in Comune a chiedere di poter comperare il Casinò - dice Zanzi -. Alcune società, non solo italiane, ma anche straniere europee, hanno manifestato per lettera interesse per la casa da gioco».

Insomma, possibili investitori, pochi limpidi, come sostenuto da Monica Forte, presidente della commissione antimafia della Regione Lombardia? «Non conosco Monica Forte, neppure le ho parlato per telefono –- risponde l'ex prefetto di Varese –. Ho appreso delle sue affermazioni. Non sono in grado di dire su cosa si basano, se dispone di elementi certi o sono il frutto di un ragionamento peraltro ineccepibile. Cercherò di parlarle, per saperne di più. A coloro che si sono presentati nel mio ufficio non ho chiesto credenziali e tanto meno il certificato penale, anche perchè dopo aver ascoltato le loro richieste a tutti ho risposto che il discorso non poteva neppure iniziare: fermo restando le norme in vigore il Casinò di Campione d'Italia può essere gestito solo da una società pubblica».