Confine

Pesce siluro e nuovi predatori del Verbano allo studio

Alla ricerca, che durerà cinque anni, sono interessati anche pescatori professioni che negli anni hanno dovuto confrontarsi con un pescato sempre inferiore

(foto Ti-Press)
2 ottobre 2018
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Per conoscere le ragioni dell'impoverimento del Verbano e le modifiche nelle specie presenti nel Verbano con l'avvento di nuovi predatori in questi giorni è iniziata un'ampia ricerca degli studiosi del Cnr-Istituto per lo studio degli ecosistemi di Pallanza. Alla ricerca, che durerà cinque anni, sono interessati i pescatori professionisti, sia delle sponde italiane, sia di quelle locarnesi che nel corso degli anni hanno dovuto confrontarsi con un pescato sempre inferiore.

Ogni anno verranno illustrati i risultati che daranno un contributo importante sul piano scientifico e che inoltre avranno il loro riscontro pratico con la pianificazione di interventi di ripopolamento. L'obiettivo è quello di scongiurare la scomparsa degli ultimi superstiti della pesca professionale sul Lago Maggiore.  A commissionare la ricerca - coordinata dall’ittiologo Pietro Volta  - è stata commissionata da Marco Zacchera, commissariato italiano per la Convenzione italo-svizzera sulla pesca con il coinvolgimento delle poche cooperative di pescatori professionisti ancora attive sul Verbano.

Il costo della ricerca è 125 mila euro (25 mila euro all’anno) ed è finanziata dall'amministrazione di Casa Borromeo, che detiene i diritti di pesca sul Lago Maggiore, il Consorzio del Ticino e Acqua Novara-Vco. Marco Zacchera traccia i compiti assegnati ai ricercatori: ''Molteplici sono gli aspetti che si andrà ad indagare. Come capire ad esempio specie arrivate di recente nelle nostre acque, il pesce siluro innanzitutto, e come interagiscono con la popolazione ittica esistente.

È inoltre, indispensabile, dopo 22 anni di divieto di pesca, un approfondimento sull’agone''. L'agone è stato bandito dal Verbano nel 1996 a seguito dell'esplosione del caso Ddt. Aggiuge Zacchera: ''La pesca dell'agone era stata vietata con l'applicazione di parametri eccessivamente restrittivi''. La scarsità della fauna ittica nel Lago Maggiore deriva anche dalle fluttuazioni del livello del lago, che mettono a rischio la riproduzione dei coregoni. Tra dicembre e gennaio vanno a deporre le uova a riva, dove l’acqua è alta pochi centimetri: secche improvvise possono essere molto dannose, per cui saranno fatte mappatura delle aree di riproduzione''.

Ultimo obiettivo, ma non ultimo in quanto importanza, la verifica di come e quanto i diversi pesci del Verbano si fanno concorrenza lungo la catena alimentare. Nella prima fase della ricerca l'attenzione dei ricercatori sarà  focalizzata su anguilla e trota di lago. 

 

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