Crescita del 70% in dieci anni, il triplo dell'originale. E in Svizzera a volte il fasullo costa perfino più del prodotto autentico
Dalla ’pizza carbonara’ alla ’mortadela Siciliana’ fino al ’sarvecchio’ invece che ’stravecchio’: il volume d’affari dell’Italian Sounding - i prodotti, in questo caso alimentari, imitazione di quelli italiani - è di 90 miliardi di euro a livello globale ed è cresciuto negli ultimi dieci anni del 70%, pari al triplo del fatturato dell’export italiano del settore alimentare (32,1 miliardi di euro nel 2017).
Il 42% dei prodotti imitati è costituito da piatti pronti e surgelati, conserve e condimenti, seguono i latticini (25,1%). È quanto emerge dall’Indagine 2018 sui prodotti alimentari Italian Sounding con focus in Europa e Nord America di Assocamerestero, associazione che riunisce le 78 Camere di Commercio Italiane all’Estero (Ccie), Soggetti imprenditoriali privati, esteri e di mercato, ad Unioncamere.
Secondo lo studio i prodotti Italian Sounding costano nel Regno Unito fino al 69% in meno degli originali Made in Italy. In Francia, Svizzera e Lussemburgo il fake può essere più caro dell’autentico: latticini e prodotti-caseari d’imitazione italiana sono venduti in Francia e in Svizzera rispettivamente al 13,9% e al 34,5% in più rispetto all’originale.