Svizzera

Ermotti (Ubs): 'In Francia la Svizzera ci ha abbandonato'

Il numero uno della banca elvetica ha rivelato al 'Blick' che si aspettava più aiuto da parte della Confederazione nella vertenza miliardaria in Francia

Il Ceo di Ubs Sergio Ermotti (Ti-Press)
2 maggio 2019
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La Svizzera non ha aiutato a sufficienza Ubs nella vertenza miliardaria in Francia: lo sostiene il presidente della direzione Sergio Ermotti, che in un'intervista al 'Blick' difende la strategia della banca. E respinge anche le critiche al suo stipendio stratosferico.

All'intervistatore che gli chiede se non si senta abbandonato dalla Svizzera, nella vicenda francese, il manager ticinese risponde: "sì, un po' sì". Per poi aggiungere. "Sapete, ci sono due cose che mi danno fastidio. In primo luogo non può essere che un ministro delle finanze francese durante l'inchiesta auspichi pubblicamente una condanna di Ubs e la Svizzera non reagisca. Immaginate cosa succederebbe se il Consiglio federale si augurasse che un'azienda fosse condannata durante un processo! In secondo luogo pochi presunti esperti si sono presi la briga di esaminare attentamente i fatti. Durante il processo di tre settimane abbiamo chiaramente presentato la nostra posizione, ma quasi nessuna di queste persone era presente alle udienze".

Ubs in febbraio è stata condannata a pagare 4,5 miliardi di euro (multa di 3,7 miliardi e risarcimento danni per 800 milioni) per aver aiutato sistematicamente i clienti ad evadere il fisco, fra il 2004 e il 2011. Per Ermotti però "in tribunale non è stato dimostrato che sia stato violato il diritto europeo o francese". "La situazione dei fatti ci impedisce di dire che Ubs è colpevole".

Il Ceo racconta che l'istituto ha trattato con l'autorità fiscale. "Nel primissimo stadio dell'inchiesta si parlava di una somma fra 40 e 100 milioni di euro. Ma in seguito la banca francese Bnp Paribas si è vista costretta a pagare negli Usa una multa di 9 miliardi di euro e una ex ministra delle finanze è stata messa sotto accusa, perché aveva sostenuto un accordo extragiudiziale. Quasi allo stesso momento i francesi hanno abbandonato il tavolo delle trattative" con Ubs, conclude.

La responsabilità dei dirigenti sarà al centro dell'assemblea generale odierna. Diverse organizzazioni di consulenza degli azionisti invitano a rifiutare il discarico, vale a dire il mettere i vertici al riparo da azioni di responsabilità per quanto hanno fatto. Secondo il presidente del consiglio di amministrazione Axel Weber - intervistato in contemporanea pure dal 'Blick' - non è escluso che il discarico non ottenga il necessario 50% dei voti.

Weber si è espresso anche sul compenso ricevuto nel 2018 da Ermotti, che con 14 milioni è stato il manager più pagato della Svizzera (ha guadagnato quanto uno svizzero medio incassa in 181 anni e un ticinese in 211). "Ubs è una banca globale con radici elvetiche: questo vuol dire che non possiamo solo tenere conto dei salari in Svizzera, ci troviamo con altri istituti globali in concorrenza per i talenti", argomenta l'ex numero uno della Bundesbank.

Secondo Weber Ubs è nel gruppo di punta delle banche europee. "E siamo alla pari con le banche statunitensi su alcuni dati chiave, come il rendimento del capitale". L'anno scorso l'azienda ha versato 3,1 miliardi in bonus e 3,4 miliardi agli azionisti: "Per la prima volta da quando Sergio e io guidiamo la banca gli azionisti hanno ricevuto di più dei dipendenti attraverso le componenti variabili". I dividendi sono saliti, mentre le gratifiche - nonostante risultati migliori - sono scesi.

Anche Ermotti si è espresso sul suo stipendio. "Accetto il fatto che alcuni per principio siano contrari a tali somme. Questo è okay. Ma ci sono anche molte altre ragioni per cui le persone sono critiche. Non voglio entrare nei dettagli e assumere il ruolo di psicologo. Ma alcuni non sono realmente informati o distorcono i fatti".
 
 

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