Musica

Castle on Air 2024: ci sono anche Angelina Mango e gli Europe

Si aggiungono alla già annunciata Annalisa, ai Nomadi e a ‘The Castle’, evento dedicato all'elettronica. Tra il 21 e il 29 giugno: parla Gabriele Censi

Angelina Mango, il 27 giugno
(Keystone)
25 marzo 2024
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Non è più il Festival della canzone italiana di Bellinzona, come lo scorso anno s'ironizzò non per il livello della proposta, che fu alto come sempre, ma per la grossa percentuale di sanremesi in cartellone. Per la sua decima edizione, Castle On Air – tra il 21 e il 29 giugno a Castel Grande – conferma di avere occhi e orecchie sì aperti su quel che accade in Liguria, atto imprescindibile per capire da che parte va la musica pop, ma anche verso altri lidi e altre musiche. Alla già annunciata Annalisa – il 21 giugno a Bellinzona forte del successo di ‘Sinceramente’ e del premio Global Force ritirato durante il Billboard Women in Music, evento annuale dedicato alle donne più influenti dell’industria musicale – GC Events affianca Angelina Mango, vincitrice assoluta del Festival, attesa a castello il 27 giugno. La tradizione cantautorale italiana avrà parole e musica dei Nomadi, il 28 giugno in un concerto gratuito; il pop-rock europeo avrà chitarre e capelli (un tempo molto più lunghi) degli Europe di Joey Tempest, il 29 giugno per il gran finale. In mezzo, sabato 22 giugno dalle 13 all'una di notte, una novità: ‘The Castle presents Marco Carola’, il day party dedicato alla musica elettronica affidato a uno dei dj internazionalmente più noti, un festival nel festival che si preannuncia come un lungo dj set con nomi (almeno sette, dicono gli organizzatori) scelti da Carola.

Sono cinque i punti fermi di Castle On Air 2024 così come annunciati da Gabriele Censi, deus ex machina di una macchina di musica giunta al traguardo dei dieci anni con l'intento dichiarato di accontentare tutte le fasce d’età e coprire più generi musicali. L'edizione alle porte presenta un'ulteriore novità, decisamente a chilometro zero: Luis Landrini, fresco sosia di James Blunt nel televisivo ‘Tali e Quali’ della Rai, aprirà il concerto di Annalisa; la partyrockpunkcoverband degli Sgaffy, che giocano ancor più in casa (perché bellinzonesi), apriranno quello di Angelina Mango; la singer songwriter ticinese Charlie Roe sarà opening act per i Nomadi; il locarnesi Sin+ faranno lo stesso per gli Europe.

Orari, dettagli, prezzi, modalità e ogni altra informazione su Castle On Air 2024 sono disponibili su www.castleonair.ch. Per evitare i salassi del cosiddetto ‘secondary ticketing’, è bene sapere che i biglietti sono in vendita su www.ticketcorner.ch.

L'intervista

Gabriele Censi, dieci anni di festival da Battiato ai Måneskin, sognando i Red Hot

Aspettando la musica, noi inganniamo l'attesa con l'organizzatore. «Non è facile ed è motivo di grande orgoglio, per un festival ticinese come il nostro, esserci ancora dopo dieci anni, una volta superate le problematiche Covid, e riuscire a crescere. I cinque giorni di musica, l'entrata gratuita per i Nomadi, il day party, le novità non mancano». I dieci anni di Gabriele Censi alla guida di Castle On Air, per il motivo che ha appena detto, oggi sarebbero undici, ma è la pallina che manca al pallottoliere di più o meno tutti gli open air usciti dal tunnel pandemico. Nei giorni, quelli recentissimi, in cui l'elettronica berlinese è patrimonio immateriale Unesco, Castle On Air apre all'elettronica che nel profondo Nord, in forma di party all'aria aperta, è un appuntamento consolidato da decenni: «Cose di questo tipo da noi sono più sporadiche – commenta Censi – ed è per questo che vogliamo inserire in Castle On Air il concetto ‘The Castle’, con l'idea di consolidarlo e ampliarlo negli anni. Ascona già fa qualcosa di questo tipo, credo che il Ticino si adatterà molto presto alla formula. Anche Bellinzona ha tanti turisti, ed è una musica che piace».

Dieci anni di festival, tempo di bilanci, tempo di ‘bello e brutto’: «L'anno del Covid è stato duro, e questo è un primo ricordo brutto. L'altro brutto ricordo sono gli artisti che hanno suonato da noi e non ci sono più, mi riferisco a Franco Battiato e Pau Donés, il cantante degli Jarabe De Palo. Un gran bel ricordo invece è l'avere avuto una band come i Måneskin quando ancora non erano il fenomeno mondiale che sono oggi, ma ci metto tutte le belle serate di musica in una cornice che, se il bel tempo lo consente, non ha eguali». Dieci anni dopo, il bilancio diventa anche personale: «Il mio è un mestiere ricco di imprevisti, che presuppone il reinventarsi continuamente e l'avere grande, grandissima pazienza. Dipendo dai management degli artisti: ho trattato alcuni nomi a marzo 2023 per chiuderli solo la scorsa settimana. A volte le risposte non arrivano, altre volte gli artisti possono cambiare idea, o nascono problemi per via della capienza o di tante altre infinite variabili». Questo era il brutto dell'organizzare concerti. «Il bello? Tutto quello che ho appena detto».

Guardando al futuro. Per questione di gusti del tutto personali, Gabriele vorrebbe tanto portare in Ticino gli AC/DC, «ma sono irrealizzabili per una questione innanzitutto logistica», e i suoi eroi dell'adolescenza, i Red Hot Chili Peppers e i Green Day: «Fino a che potremo disporre di capienze contenute sarà quasi impossibile averli come ospiti, ma nuove opportunità nascono di giorno in giorno: tutto può succedere».

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