Musica

Ezio Bosso suona Emily Dickinson

Ai versi della poetessa statunitense, il compositore avrebbe voluto dedicare uno spettacolo teatrale. Gli inediti sono un album: ‘Emily Reels #15’

In digitale, cd e vinile

L'amore di Ezio Bosso per Emily Dickinson sarebbe dovuto diventare uno spettacolo teatrale multimediale. La morte del musicista nel 2020 ha reso la cosa impossibile. Nel 2007, Bosso aveva lavorato ai brani per un anno intero, scegliendo tra i tanti solo quindici brevi testi di Dickinson, senza rispettare criteri cronologici o tematici, lasciando che la sua ispirazione seguisse l'estro dell'autrice sui temi a lui cari come il mare, la natura, l'ironia nell'espressione degli affetti, il ruolo del suono, il suo rapporto col cuore e infine la poesia dedicata al cervello.

A quel lavoro rimasto nell'ombra hanno messo mano i familiari di Bosso riportando all'attenzione gli inediti, mai pubblicati editorialmente, uno solo registrato, e pochi altri di rado eseguiti dal vivo e ora raccolti nell'album ‘Emily Reels #15 - from 15 Poems by Emily Dickinson’, in digitale, cd e vinile già dal 29 settembre, con l'esecuzione del quintetto d'archi Avos Project Ensemble.

L'idea: musica, voce recitante e video

“Emily Dickinson è una delle mie poetesse preferite, credo di aver letto tutte le sue poesie, le sue lettere e i suoi scritti, ho scritto tanti brani sulle sue poesie, che lei chiamava ‘le mie piccole stanze’”, scriveva Bosso mentre lavorava alle partiture. “Ezio ideò il progetto ispirato dalle poesie di Emily Dickinson che prevedesse musica, voce recitante e video – spiegano i familiari –, purtroppo questo spettacolo rimase solo un'idea. Qualche composizione fu poi eseguita dal vivo con il suo Buxusconsort, un brano trovò spazio nell'album ‘Seasong’, ma quasi tutto rimase solo su carta”. Con David Romano, ultimo violino dell'Ezio Bosso Piano Trio e primo violino del suo progetto più ambizioso, la Europe Philharmonic Orchestra, le partiture dimenticate prendono vita.

Foto inedita

L'album rappresenta un ulteriore capitolo del percorso di conoscenza del compositore, poco frequentato soprattutto nella fase finale della sua vita quando, annoiato da se stesso, preferiva dirigere il grande repertorio classico. La copertina del disco mostra la foto inedita che l'amico Alex Astegiano gli scattò nella sua casa in Langa a Monchiero Alto nel 2005. “Hector Castillo, il sound engineer di Philip Glass, usò la chiesa nella piazzetta di fronte alla casa come sala di registrazione per l'orchestra – ricorda il fotografo – ,un fascio di cavi attraversava la piazzetta dalla chiesa alla casa. Hector in casa e l'orchestra in chiesa. Con Ezio facevamo la spola per ascoltare il registrato. Ci si coricava a terra ad ascoltare il lavoro del giorno fumando e bevendo litri di tè”.

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE