laR+ Netflix

Storia di Andrew e Yog, un sogno pop chiamato ‘Wham!’

Dai banchi di scuola al successo, Andrew Ridgeley e George Michael nel documentario di Chris Smith

Andrew Ridgeley (sx) e George ‘Yog’ Michael (1963-2016)
24 luglio 2023
|

“Georgios Kyriacos Panayiotou, cantante, autore e filantropo, frequentò la Bushey Meads School”, due cuoricini rossi e un “sei stato amato”. La targa celebrativa risale al 2018. Georgios Kyriacos Panayiotou è George Michael (Michael dal nome di battesimo del papà di un amico) e ‘Wham!’, su Netflix, è il documentatissimo documentario che racconta la scalata al successo del cantautore e produttore morto nel 2016 e del fido Andrew Ridgeley. È proprio dal cortile dell’istituto scolastico di Bushey, cittadina a pochi chilometri da Londra, che comincia il film: “Questa è la scuola nella quale ci siamo conosciuti a 12 anni nel 1975”, racconta George di quando Andrew, sveglio ragazzino di origini egiziane, sceglie di prendersi cura di lui, paffuto e timido nuovo arrivato di origini cipriote, chiamato Yog. “Credo seriamente che sia intervenuto il destino”, dice George ancora in vita. “Se mi fossi seduto accanto a qualcun altro, forse sarebbe stato tutto diverso”.

‘Wham!’, uscito nei giorni del compleanno di George Michael, che oggi avrebbe 60 anni, si deve anche alla mamma di Andrew, che quando i due amici firmano il primo contratto (capestro, il 4% sui singoli venduti nel resto del mondo, il 2% in patria), inizia a raccogliere foto, provini e ritagli di giornale, integrati dal regista Chris Smith con video di famiglia, apparizioni tv e fuorionda, e le voci di Andrew e Yog a raccontare un sogno iniziato con un demo casalingo contenente ‘Wham Rap’, brano moderatamente di protesta di due (al momento) disoccupati, ‘Club Tropicana’, ispirata dalla spensieratezza del Beat Route (locale del West End di Londra dove i due vanno a ballare, e dove trovano il nome della band), e una ancora incompleta ‘Careless Whisper’, scritta un po’ in casa e un po’ sul bus.

Con due canzoni e mezzo, gli Wham! citofonano alle case discografiche fingendo di avere un appuntamento, e quando riescono a farsi ascoltare, la risposta è “bella voce, ma vi serve una hit”. È un vicino di casa a offrire loro il suddetto contratto, ma il primo singolo ‘Wham Rap (Enjoy What You Do)’ è un mezzo fiasco e il secondo, ‘Young Guns (Go For It)’, pure. Quando tutto sembra perduto, un artista rinuncia a Top Of The Pops, programma in prima serata sulla Bbc; ci vanno gli Wham!, e tutto cambia.


Keystone
A Pechino, nel 1985

Ci vorrebbe un amico

La storia di ‘Wham!’, la storia degli Wham!, è bella come tutte le storie in cui il finale arriva troppo presto, le storie di chi si ritira nel pieno del successo e si/ci risparmia la caduta. I cacciatori di aneddoti sono trattati coi guanti: le registrazioni del videoclip di ‘Club Tropicana’, nel regno dell’eccesso chiamato Pikes Hotel, dove George confessa a Andrew di essere gay ma lo tiene nascosto al resto del mondo, iniziando a costruirsi un io alternativo e doloroso; le session di ‘Careless Whisper’, nei Muscle Shoals Sound Studios in Alabama, dove il brano è affidato a Larry Wexler, colui che produsse Aretha Franklin e Ray Charles (ai due Wham! la produzione non piace, così George se lo ri-produce a Londra, da sé). E la genesi di ‘Last Christmas’, coi dietro le quinte del videoclip registrato sulle nevi vallesane di Saas-Fee.

‘Wham!’, ancor prima che una storia di musica, è la storia di un’amicizia che non finisce nemmeno quando la portata artistica dei due amici è chiara, ed è evidente che la storia sta aspettando George e non Andrew. E quando, nell'estate del 1985, Elton John chiede a George di cantare con lui ‘Don’t Le The Sun Go Down On Me’ a Live Aid, Andrew altro non può fare che accettare di unirsi ai coristi: “George – commenta Ridgleley – stava emergendo come artista autonomo, quella sera miliardi di persone se ne accorsero”. Un anno più tardi, gli Wham! si separano. Dice Andrew: “Ero felice per il mio amico, era a un passo dalla grandezza, ma non sapevo cosa significasse davvero essere George Michael”. Dice George: “Ero da solo, e non avevo idea di quanto mi sarebbe mancato quel sostegno”.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔