Cinema

Il diritto di opporsi: giustizia e razzismo in Alabama

La storia (vera) di un condannato a morte nero nella città del 'buio oltre al siepe': il film con Jamie Foxx e Michael B. Jordan incanta e ferisce

Michael B. Jordan e Jamie Foxx
1 febbraio 2020
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Una ragazza – bianca – viene trovata uccisa in una lavanderia. E dopo mesi di infruttuose indagini, lo sceriffo arresta un operaio – nero – che nonostante le prove inconsistenti viene condannato alla pena di morte. Siamo in Alabama e non si fa fatica a credere che sceriffo e procuratore abbiano costruito il caso estorcendo testimonianze. Peraltro senza particolare impegno, tanto una giuria disposta a condannare un nero è facile da trovare e ancora più facile un giudice che scelga per la pena di morte. Semmai stupisce che siamo negli anni Novanta e in una cittadina che orgogliosa rivendica di aver dato i natali a Harper Lee ed essere il luogo del ‘Buio oltre al siepe’: ti aspetti un razzismo meno sfacciato, meno ostentato, ti aspetti un po’ di vergogna quando finalmente si riescono a portare in aula le inoppugnabili prove dell’innocenza di un uomo che da anni attende nel braccio della morte.

Niente di tutto questo, il che rende ‘Il diritto di opporsi’ di Destin Daniel Cretton difficile da digerire, quando si legge sullo schermo quel “basato su una vera storia d’ingiustizia” e quando, finita la finzione del film, vediamo le immagini autentiche dei protagonisti e scopriamo il loro destino. Cretton dirige con mano sicura un cast di tutto rispetto, ma il valore del film va ovviamente al di là di questo.
Si è citato ‘Il buio oltre al siepe’. Uno dei punti forti del film di Cretton è evitare quella narrazione del “salvatore bianco evoluto” che risolve la situazione – e che troviamo anche in opere più recenti come ‘12 anni schiavo’ –: protagonista è infatti il giovane avvocato nero Bryan Stevenson (il bravo Michael B. Jordan) che finiti gli studi ad Harvard decide di andare in Alabama per difendere gratuitamente le persone (soprattutto nere) condannate ingiustamente. Tra cui, appunto, il condannato a morte Walter McMillian (un Jamie Foxx superlativo), il caso al centro del film. I bianchi ci sono, ma “di contorno”: la psicologa Eva Ansley (la brava Brie Larson) che assiste Stevenson nonostante le minacce, una guardia carceraria che inizia a rendersi conto dell’ingiustizia del sistema, il testimone costretto dallo sceriffo a incastrare McMillian (il sorprendente Kirk Bovill), il nuovo procuratore pubblico Tommy Chapman (Rafe Spall).

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