Società

Anche nel 2023 in prima fila con la mano tesa

Solidarietà e generosità hanno accompagnato gli svizzeri nell'anno che si sta chiudendo, specie per Ucraina e Turchia. Anche se il carovita si fa sentire

In sintesi:
  • Caritas stima di chiudere l'anno con donazioni pari a 30 milioni di franchi. Nel 2022 si era toccata la quota record di 44 milioni di franchi
  • La crisi si è fatta sentire per Telethon, che dopo il calo del 30% delle donazioni del 2022 teme che a conti fatti la tenza sia analoga anche per l'anno che volge al termine
Là, dove c’è bisogno
(Keystone)
25 dicembre 2023
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La guerra in Ucraina e i terremoti in Siria e in Turchia. Sono queste le cause che gli svizzeri hanno voluto sostenere nel 2023 con le loro donazioni.

Tuttavia, la crescente pressione sul potere d'acquisto forse rende gli elvetici meno solidali rispetto agli scorsi anni. La Fondazione Telethon, che si batte a favore delle persone affette da malattie genetiche rare, nel 2022 ha registrato un calo del 30% di donazioni e teme che questa tendenza si rispecchi a conti fatti anche nel 2023 a causa delle molti crisi che hanno contrassegnato l'anno.

«La copertura mediatica si concentra sui disastri e sulle emergenze ed è quindi naturale che i donatori vogliano sostenere queste situazioni drammatiche», ha dichiarato Cristelle Burlot, responsabile della comunicazione di Telethon Svizzera, interpellata dall'agenzia di stampa Keystone-Ats. Secondo Burlot inoltre, alla luce della crescente inflazione, dell'aumento dei premi di cassa malati e del caro affitti, i donatori guardano con più attenzione alle cause che intendono sostenere.

Guerra in Ucraina

Nel 2022 Caritas ha registrato un record di donazioni con 44,8 milioni di franchi in favore della causa ucraina. L'anno precedente la somma devoluta dagli svizzeri in beneficenza era di 28,4 milioni. Per il 2023 sono previste invece entrate per un totale di oltre 30 milioni.

Stando a Corinne Bahiz, portavoce della Catena della Solidarietà, le raccolte sono ‘selettive’ e dipendono ‘dall'attualità’. L'anno scorso il conflitto in Ucraina ha generato 134 milioni di franchi in donazioni, mentre nel 2023 sono stati devoluti oltre 30 milioni di franchi per i terremoti in Siria e Turchia.

Dopo un record di oltre 80 milioni di franchi nel 2022, anche la Croce Rossa Svizzera prevede un calo delle donazioni e stima che queste ultime si attesteranno a circa 45 milioni di franchi entro fine anno, raggiungendo un somma di beneficenza simile a quella del 2021, quando sono stati devoluti circa 43,3 milioni.

Meno per l'ambiente e lo sviluppo

Anche Terre des hommes ha potuto osservare gli effetti che la situazione economica globale sta avendo sulle donazioni. Dopo un anno forte nel 2021, il volume delle donazioni a favore dell'organizzazione umanitaria è calato di circa il 7% negli ultimi due anni, con una perdita significativo del numero di benefattori.

Anna Bertschy, portavoce di Terre des hommes, ha sottolineato che le Organizzazioni non governative che operano in ambito umanitario sono confrontate con i bisogni crescenti scaturiti dai tanti conflitti armati, disastri naturali in tutto il mondo. Secondo Bertschy, le priorità vengono date alla difesa o alla ricostruzione dell'Ucraina, mentre la cooperazione internazionale per lo sviluppo nel resto del mondo viene trascurata.

Le incertezze economiche e politiche si riflettono anche sulle donazioni a favore delle organizzazioni che si battono per la protezione dell'ambiente. Dalla primavera del 2023, le entrate di Wwf sono diminuite di circa il 4%.

Anche l'organizzazione per i disabili Pro Infirmis ha evidenziato un calo nel 2023.

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