Scienze

Ora si sa di più sul lungo collo dei rettili volanti

Gli pterosauri, dai colli sovradimensionati eppure 'leggerissimi': su iScience è spiegato il meccanismo 'a raggi' presente nella colonna vertebrale

In un Jurassic Park
15 aprile 2021
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Si sa relativamente poco sugli pterosauri, enormi rettili volanti vissuti durante il Mesozoico che solcarono i cieli al tempo dei dinosauri usando i loro enormi becchi per cacciare pesci e altri animali. Trascurati negli studi scientifici perché considerati di scarso interesse nella ricerca evolutiva, oggi tornano degni di studio. Alcuni ricercatori hanno scoperto l'architettura interna del loro collo, solo apparentemente sovradimensionato. Grazie all'analisi di campioni di vertebre ben conservate provenienti da scavi in ​​Marocco, un team di scienziati pensa di avere la risposta a come tutto quel peso potesse essere sostenuto dal resto del corpo: la chiave dell'enigma sembra risiedere in un complesso assemblaggio di ‘raggi’ ossei all'interno di queste vertebre che, sebbene ultraleggere, sostenevano il peso della testa e del collo dello pterosauro. Cariad Williams, autrice principale dell'articolo pubblicato sulla rivista iScience, rivela che prima di un esame approfondito, il team di ricerca sospettava già che l'interno della colonna vertebrale dell'animale contenesse una sofisticata struttura interna. Ma dopo aver analizzato i risultati di una scansione, "non potevamo credere a quello che avevamo scoperto...”.

Il tubo neurale, che ospita i nervi attraverso la colonna vertebrale, si trova al centro della vertebra e si collega alle pareti esterne di quest'ultima tramite sottili ossa chiamate trabecole, disposte a raggi e che si incrociano tra loro, come in una ruota di bicicletta. I raggi sono anche disposti lungo la lunghezza della vertebra, conferendole un aspetto elicoidale e aggiungendo più forza alla struttura. Il team di ricercatori ha quindi collaborato con ingegneri biomeccanici, i cui calcoli suggeriscono che con solo circa 50 di queste ossa a forma di raggio, il peso che gli pterosauri potevano sostenere aumentava del 90%. Il coautore dello studio, David Martill dell'Università di Portsmouth nel Regno Unito, ha dichiarato che la scoperta ha risolto "molte domande biomeccaniche su come queste creature fossero in grado di sostenere le loro massicce teste – lunghe oltre 1,5 metri – montate su colli più lunghi rispetto a quelle della giraffa moderna, pur conservando la capacità di volare”.

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