Sogno o son Festival

Sanremo: Måneskin, 'la nostra canzone anti-Festival'

'Vincere così è un segnale', dice la band. Polemica per l'endorsement elettorale di Chiara Ferragni. Fedez: ‘Cosa vi aspettavate, se non che supportasse suo marito?

Foto di famiglia in un interno (Maneskin Facebook Official)
7 marzo 2021
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«Andate lì e spaccategli il c*** e portate questo premio in Italia», dice loro con sobrietà Ermal Meta, terzo classificato. I Maneskin rappresenteranno l'Italia all'Eurovision Song Contest 2021: «Sì, non vediamo l'ora». L'applauso della sala stampa globale che in collegamento streaming raggiunge l'hotel dei vincitori è convinto. «Rendersi conto di aver vinto il Festival con questo pezzo – definito dai suoi autori, nell'incontro con i media di sabato, “anti-Sanremo” – ci ha fatto rendere conto di aver fatto qualcosa d'importante». Nella conferenza stampa che conclude la cinque giorni di musica vinta dalla band romana con il rock, anche pesante, di ‘Zitti e buoni’ (una canna, detto in sintesi), i quattro si passano la palla: «Il mio pianto non è la rivincita di X Factor (secondi, ndr) – dice il frontman Damiano – perché quella situazione l'abbiamo assorbita subito. Il pianto è che io sono un essere umano, provo delle emozioni». E ancora: «In quattro anni siamo passati dal suonare per strada e nei ristoranti a vincere Sanremo. Questo ci dimostra di poter credere in noi stessi lontani dai commenti e le imposizioni esterne. L'intralcio più grosso è stato essere una band, che non facilita le cose all'inizio del cammino. Per questo è una vittoria doppia».

‘Zitti e buoni’, per Thomas Raggi, chitarra, «era la perfetta rappresentazione del nostro sound attuale, il perfetto apripista per il disco che arriverà. Era anche anticonvenzionale, ma questo arriva in secondo piano. Abbiamo portato la nostra identità e per questo siamo stupiti del risultato, non ci aspettavamo una ricezione del genere da parte del pubblico. È qualcosa di diverso da quanto si vede a Sanremo, la risposta ci dice che c'è curiosità ed entusiasmo per quello che facciamo». Victoria De Angelis, bassista, descrive l'evoluzione dei Maneskin: «Come accade per tutte le persone, ci siamo evoluti. Siamo cresciuti con un backgorund molto ‘under’, i nostri genitori ci hanno aiutati con ascolti come i Rage Against The Machine e altra musica. E poi siamo stati a Londra, abbiamo visto una cultura molto salda, il tour ci ha fatto apprezzare l'impatto live, analogico. Lì abbiamo visto tanti gruppi che ci hanno influenzato, ma c'è stata un'evoluzione naturale che viene anche dallo studio del nostro strumento. È stata un'esperienza fica». 

Re dei social e premi d'autore

«È normale che si supportino a vicenda, se hanno tanti follower è merito del lavoro di entrambi. Sostanzialmente è successo anche nella nostra famiglia», intesa come fan base». Così i Maneskin in risposta alla domanda indirizzata a Fedez sull'apporto di Chiara Ferragni, moglie, che ha chiamato alle armi su Instagram i suoi seguaci per portare la coppia Michielin-Fedez e la canzona ‘Chiamami per nome’ dal 21esimo posto al secondo. La risposta non è immediata, il re dei social è imprigionato nel segnale non ottimale del suo hotel: «Ci sono state altre scalate, come quella di Madame», commenta il Ferragnez. «Mi pare una polemica abbastanza sterile, cosa potevate aspettarvi da mia moglie se non supportare suo marito? E poi ha fatto delle stories divertenti...».

Altre voci. Colapesce Dimatrino: «Siamo contenti, ci ha fatto piacere ricevere il Premio Lucio Dalla, il nostro cantautore preferito». Willie Peyote, Premio della Critica Mia Martini: «Posso dire solo grazie, non ho tante parole». Le poche parole, di entrambi, riguardano la consegna dei riconoscimenti: «Erano sopra un tavolino di plastica, ci hanno detto che non saremmo saliti sul palco. Ls consegna poteva essere organizzata meglio, si tratta comunque un premio importante», dicono i siciliani. «Più che brutto, è stato triste», quota Peyote: «Che ce l'abbia dato la stage manager come fosse una cosa presa al supermercato non è stato bellissimo». A margine Ieri ho visto la D'Urso che condivideva il pezzo, dunque ho conferma che il pezzo non sia facile da capire». La Rai: «Dispiace anche a noi, normalmente questo premio veniva consegnato dai rispettivi titolari del premio, quest'anno non consegnabile in presenza». 

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