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‘Microwalser’: piccoli, rispetto al mondo

Un lavoro emozionante e coinvolgente quello di Ledwina Costantini e Daniele Bernardi, che riescono a trasmetterci l’entrata in una materia complessa

Visto al Teatro Sociale di Bellinzona
(laRegione)
25 febbraio 2024
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Una musica, un orologio, un piccolo alberello e delle piccole case, una valigia, sono la scarna scenografia che accoglie sul palco un bizzarro personaggio, testa da gatta, abito nero, un lunghissimo filo di perle, bracciali e anello al dito. Ci osserva, parrebbe, gioca fino a raggiungere il microfono. Una fiaba, annuncia la voce di una bimba, e inizia a raccontare di un bianco uomo di farina, Daniele Bernardi che gioca con le facciacce di repertorio del suo personaggio. Ledwina Costantini, narratrice comodamente seduta sull’orlo del palcoscenico mentre i personaggi dietro di lei si susseguono. Il fanciullo, abito lucente e rosa fra i denti, poi con un pallone enorme sulle spalle, novello atlante. Un pendolo segna il tempo mentre lo spettacolo avanza, con un cambio abito e delle nuove vestizioni che vanno a creare una domestica e un maggiordomo a personale di servizio. Rappresentazione della preparazione della rappresentazione, scatola cinese che di fatto elimina la quarta parete portando il pubblico dietro le quinte, senza che gli venga mai data confidenza.

Si osserva la cura, l’abnegazione a Walser, con un racconto che porta i due attori dentro e fuori la storia. Viene in mente ‘Dogville’ e i suoi scarni scenari, ma qui c’è un candore infantile che è assente in Lars Von Trier, un ricreare il mondo con dei piccoli strumenti, stringendo all’osso della storia cose piccole e magiche. Le musiche sono l’altra componente cardine dello spettacolo, musiche, voce e il tempo, a rinchiudere gesti ed espressioni dei due, più registi che attori in questa situazione. Ledwina ricrea sul proscenio un piccolo villaggio animandolo di abitanti, case, una chiesa e un cimitero, piccola vita di paese moderata e di senno. Entriamo in questa rappresentazione, la viviamo grazie ai registi, abili a sfruttare camere e schermi per farci giocare con loro in un atto di cura di un meraviglioso ambiente. Dal modello allo schermo sul quale Daniele disegna, ricreando altri spazi, altri mondi e altre lenti di osservazione. Un pasto frugale, pane, formaggio e vino, mentre la voce mai paga parla della vita e delle sue prospettive.

Tirato da fili invisibili, Daniele si concede un ballo insieme al proprio burattino, lasciandogli poi la parola, con un’ode al sacrificio e all’innalzarsi come spirito, apprezzando la bellezza, la ricchezza e la nobiltà, in quella nota classicamente walseriana. Poi il pennarello nero ricopre lo schizzo, lasciando come ultima veduta quella della lapide. La scena è ormai rimessa a nudo, la musica rimette la coppia in ordine preparando l’uomo all’uscita, cappotto e cappello, cartelletta nera e la morte nel cuore. Il commiato è straziante, un Lied di voce e piano accompagna all’uscita Daniele mentre Ledwina cancella sistematicamente ogni tratto di disegno dalla lavagna proiettata dietro di loro, spegnendo di fatto la storia. La voce mette in mostra la sbadataggine degli infanti, il loro pensiero volatile, i poeti e gli artisti, tutti coloro che si sono ricordati di crescere senza perdere quella leggerezza tanto importante, mentre la gatta torna a raggomitolarsi, facendo le fusa alle carezze della bimba, finalmente palesatasi sulla scena, tra fiocchi di neve, balli e stupefatta sorpresa.

A sfuggirci dalle dita è un lavoro emozionante e coinvolgente, che riesce a trasmetterci l’entrata in una materia complessa. Quella della scrittura e dell’interpretazione, del sogno e della fantasia, che ha sicuramente più in comune con la magia dei bambini e con la pazienza con la quale la spiegano a noi adulti, che con qualsiasi altro nostro pensiero costruito. Nell'incontro post rappresentazione, Ledwina Costantini e Daniele Bernardi sono visibilmente stanchi e soddisfatti, così come il pubblico, lieto di aver svelato e scoperto questo candore e questa bontà in retablO, compagnia intrigante e sorprendente, buona e con figli.

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