Culture

I quattro del Gran Premio svizzero d’arte

Sono Jacqueline Burckhardt, Marianne Burkhalter, Christian Sumi e Valérie Favre. Cerimonia di premiazione il 10 giugno

Da sinistra: Burckhardt, Burkhalter e Sumi, Favre
(Keystone (foto Favre: Wikipedia-Schnäggli))
1 febbraio 2024
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Sono Jacqueline Burckhardt, Marianne Burkhalter, Christian Sumi e Valérie Favre i destinatari del Gran Premio svizzero d’arte / Prix Meret Oppenheim 2024. La cerimonia di premiazione avrà luogo il 10 giugno, nel giorno di inaugurazione della mostra Swiss Art Awards a Basilea. Ciascuna distinzione ha un valore di 40mila franchi.

‘La mia commedia dell'arte’

Classe 1947, restauratrice, storica dell’arte, curatrice, autrice, editrice e organizzatrice, Jacqueline Burckhardt ha studiato restauro artistico presso l’Istituto Centrale per il Restauro a Roma, poi storia dell’arte a Zurigo, dove tuttora vive. Nel 1984 ha cofondato la rivista d’arte Parkett, pubblicata in tedesco e inglese per 33 anni. Parallelamente alla sua attività di redattrice capo, Burckhardt ha avviato un programma di eventi al Kunsthaus Zurich e per dieci anni ha diretto l’accademia estiva del Zentrum Paul Klee di Berna. Nel 1996 è stata cocuratrice della mostra Meret Oppenheim: Beyond the Teacup al Museo Guggenheim di New York. Dal 1998 al 2006 ha presieduto la Commissione federale d’arte, dove ha contribuito all’istituzione del Prix Meret Oppenheim. Ha insegnato storia dell’arte all’Accademia di architettura di Mendrisio e dal 2005 al 2015 è stata curatrice del campus Novartis a Basilea. ‘La mia commedia dell’arte’ è la sua biografia, pubblicata nel 2022 dalla casa editrice Patrick Frey.

Pionieri della costruzione in legno

Marianne Burkhalter (*1947, Thalwil) e Christian Sumi (*1950, Bienne) sono pionieri della costruzione moderna in legno. Nel 1984 hanno fondato insieme l’agenzia Burkhalter Sumi, punto di riferimento nel panorama internazionale per il loro linguaggio di forme e colori, col rosso quale firma distintiva. Marianne Burkhalter si è formata come disegnatrice edile e ha sperimentato metodi interdisciplinari in agenzie avanguardiste come Superstudio a Firenze e Studio Works a Los Angeles e New York, per poi studiare all’Università di Princeton. Negli anni Ottanta del secolo scorso Christian Sumi ha svolto attività di ricerca sul Movimento moderno e i suoi esponenti di spicco Otto Rudolf Salvisberg e Le Corbusier presso l’Istituto della storia e della teoria di architettura (gta) del Politecnico federale di Zurigo (Pfz).

Nel 2020 la coppia ha deciso di cedere l’agenzia ai soci in affari dopo trentasei anni di attività in cui le loro opere hanno lasciato un’impronta significativa sull’architettura soprattutto della Svizzera tedesca e del Ticino. Nel 2021 una parte dell’archivio Burkhalter Sumi è stata devoluta al gta del Pfz. Con il nome di Atelier Burkhalter Sumi, la coppia continua il proprio lavoro di costruzione e di ricerca improntato alla durabilità.

Una pittrice non convenzionale

L'arte di Valérie Favre (*1959, Évilard) è alimentata da legami costanti e dichiarati con il cinema, il teatro, la letteratura, le favole e la storia dell’arte. Dopo una prima carriera teatrale e cinematografica a Ginevra e Parigi, sul finire degli anni Ottanta del secolo scorso Valérie Favre si è dedicata alla pittura da autodidatta, imponendosi come pittrice femminista. Uno dei suoi tratti peculiari è quello di lavorare per anni in parallelo su serie diverse. Tra queste si ricordano in particolare ‘Lapine Univers’ (2001-2012), personaggio ibrido raffigurato con lunghe orecchie da coniglio, allo stesso tempo eroina e antieroina. Per dieci anni ha sviluppato il corpus ‘Suicide’ (2003-2013), il cui tema è declinato in centinaia di variazioni.

Nel 1998, Valérie Favre si è stabilita a Berlino dove, dal 2006, insegna pittura presso l’Universität der Künste. Attualmente vive e lavora tra Neuchâtel e Berlino. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e sono state esposte in numerose mostre internazionali.

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