Culture

‘Radura, mt. 907’, Lorenza Morandotti alla Galleria Job

Per lo spazio giubiaschese è la 100esima mostra in quasi vent'anni. Fino al 31 gennaio 2024, espone l'artista milanese

L’artista milanese. Il titolo della mostra è scaturito da una passeggiata con il poeta Massimo Daviddi nei luoghi di gioventù
22 dicembre 2023
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La “vocazione itinerante, espressione del tempo, del decostruire per generare, dell'abbandonarsi senza diminuire attenzione e attesa, canto della vita nella natura”; “Così, ‘Toccare l'origine’, le ‘Impronte’, le ‘Sabbie’, solo alcuni dei lavori esposti, nell'argilla, nel bronzo, trovano la loro forza vitale, evento che giunge a noi come l'intrico di rami, foglie, tronchi, di quella passeggiata. Soli, nel silenzio”. Massimo Daviddi così descrive l'opera di Lorenza Morandotti, partendo da una camminata con lei a Lanzo d'Intelvi, luogo di gioventù. Sono le parole che hanno accompagnato la presentazione di ‘Radura, mt. 907’, la 100esima mostra della Galleria Job, spazio espositivo con affaccio sulla via Borghetto a Giubiasco, dedicata all'artista milanese.

Percepibilità del vuoto

Fino al 31 gennaio 2024, di Morandotti è esposta una selezione di cicli di opere che testimoniano con materiali diversi – tra cui bronzo, olio, acquerello, argilla e pietra – il lavoro dell'artista, nel quale Massimo Pacciorini, animatore dello spazio giubiaschese, ha colto forti legami con il territorio. Un lavoro che la stessa artista così descrive: “Guardo le continue trasformazioni delle materie naturali che incontro e le associo a quelle interiori, non tangibili. Contemplando imparo... gli opposti sono sempre in relazione e la realtà fisica per me è una inesauribile fonte di ispirazione”. Morandotti cerca nel lavoro “origini e senso”, come aiuto a “collocarsi”, per lei che ha reso “il vuoto una presenza percepibile, uno spazio prezioso, a volte misterioso, che spesso sfugge”.

Arcaico e contemporaneo

Lorenza Morandotti vive e lavora a Milano. Si è diplomata al Liceo artistico e successivamente all'Accademia di Belle Arti di Brera. Partendo dalla folgorazione con il casuale incontro con l'argilla, ha siglato un rapporto intenso con molte materie che spesso trova nella natura, sviluppandone i processi generativi, soprattutto in senso metaforico. La pratica della meditazione le ha permesso di approfondire ulteriormente la propria ricerca, che abbraccia una spiritualità allargata senza tempo e luogo. Coniuga arcaico e contemporaneo in forme semplici ed essenziali, interagisce con scultura, pittura e mezzi digitali.

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