laR+ LA RECENSIONE

L'anarchia come antidoto al maschilismo

Esce il primo volume di ‘Vivendo la mia vita’, autobiografia dell'attivista anarchica americana Emma Goldman

‘Se non posso ballare, non è la mia rivoluzione’
3 novembre 2023
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"Uno degli obiettivi della mia visita in Inghilterra era incontrare le personalità di spicco del movimento anarchico. Sfortunatamente Kropotkin era fuori città, ma sarebbe rientrato prima della mia partenza. Errico Malatesta, invece, c'era. Lo trovai che viveva dietro al suo piccolo negozio, ma non c'era nessuno a farmi da interprete e io non parlavo italiano. Però il suo sorriso gentile dimostrava una bella personalità e mi fece sentire come se lo conoscessi da tutta una vita". Nella Londra del 1895, in cui si reca a ventisei anni per tenere un ciclo di conferenze prima di iscriversi alla ‘Allgemeines Krankenhaus’ di Vienna, l'instancabile attivista americana di origine russa Emma Goldman trova un ambiente apparentemente favorevole alla libera discussione delle idee, al pubblico confronto all'aperto, nei parchi e nelle piazze ("È diventata un'abitudine britannica, come il bacon a colazione"), che l'autorità sembra non solo tollerare, ma anzi incoraggiare: tutto il contrario dell'ansia repressiva che funesta e disincentiva simili iniziative negli Stati Uniti.

Lo sfruttamento degli ultimi dietro l'illusione di libertà

Ma qualcosa non quadra: la miseria e lo squallore, le umiliazioni dickensiane, frutto di una condizione secolare di schiavitù che un popolo di generazioni senza nome, una massa di sfruttati, malpagati e frustrati accetta, quasi con inerzia e indifferenza, come radicata e inestirpabile, spingono Goldman a riflettere sulle ragioni di così tanta libertà politica. La spiegazione anticipa le conclusioni a cui, settant'anni dopo, arriverà Pier Paolo Pasolini a proposito della sterilizzazione del dissenso giovanile, ridotto a moda, paesaggio urbano, nicchia di mercato e dunque stimolo al consumo. A Londra invece la protesta è sminuita a valvola di sicurezza contro la spaventosa povertà: "Il governo britannico senza dubbio riteneva che, finché avesse permesso ai sudditi di sfogarsi attraverso discorsi infiniti, non ci sarebbe stato pericolo di ribellione". È una delle prese di coscienza che segnano la formazione di Emma Goldman, di cui la casa editrice Quaderni di Paola, impegnata nella promozione del femminismo anarchico e antiautoritario, ripropone il primo volume dell'autobiografia ‘Vivendo la mia vita’ (a cura di Selva Varengo e con la traduzione di Luisa Dell'Acqua), presentato sabato 28 ottobre al Circolo Carlo Vanza di Bellinzona.

L'anarchia e la condizione femminile

Goldman si è già convinta, nel confronto con gli intellettuali in esilio e nell'osservazione delle disuguaglianze tra i sessi, che sono le donne le principali vittime di quell'ordine che per reggersi ha bisogno di armi, di manette, della violenza istituzionale di esseri umani su altri esseri umani. Anche l'assoggettamento dei vincoli sentimentali, tramite il matrimonio, a una regolamentazione giuridica si rivela uno stratagemma per controllare, limitandola, la libertà individuale, e in particolare il diritto di una donna di fare ciò che vuole del proprio corpo e della propria vita, senza che gendarmi o sacerdoti armati di codici o vangeli stabiliscano, protetti dal grande inganno della morale, confini invalicabili. Una donna di fatto privata della propria individualità, che dovrebbe partecipare attivamente alla costruzione di una società migliore, ma è invece serva, mantenuta e schiava del marito e dei figli, oltre a essere meno retribuita quando lavora, non può essere considerata una persona libera. Il matrimonio diventa così un inganno utile a perpetuare divisioni di genere fondate su pregiudizi e false credenze, oltre che qualcosa di molto vicino alla prostituzione, che esisterà finché sarà in vita il sistema criminale che la alimenta, fondato sul bisogno e sulla paura di patire la fame. Tutto questo, guidata da un incrollabile amore per l'umanità, impara Emma Goldman nel suo apprendistato, che in queste pagine appassionate e freschissime si snoda tra difficoltà materiali e fiducia nel futuro, nella convinzione che senza la povertà questa terra permetterebbe il paradiso che i cristiani cercano in un’altra vita.

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