Libri

‘La famiglia Shaw’ nella spirale del tempo

Rebecca Kauffman e il suo ricco mosaico di storie americane nel libro edito da Sur

L’autrice
11 aprile 2023
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“Si riesce a mentire solo per un certo tempo, anche a se stessi. Il cervello riesce a dividersi in due solo un certo numero di volte prima che la verità salti fuori, urlando come un’ossessa e brillando come una fiamma, e si rifiuti di essere messa a tacere o ignorata per un secondo di più”.

Così recita il retro di copertina de ‘La famiglia Shaw’, l’ultimo libro di Rebecca Kauffman edito da Sur per la traduzione di Alice Casarini. E in queste poche righe è forse condensato il nucleo centrale dell’intero romanzo, una saga che accompagna il lettore all’interno di una numerosa famiglia americana dagli inizi del ‘900 fino alla fine degli anni ’50. L’autrice, capitolo dopo capitolo, si sposta con disinvoltura nel tempo, senza rispettare un preciso ordine cronologico, ma saltabeccando da un decennio all’altro, per fotografare le vite dei sette fratelli Shaw e dei loro genitori nelle diverse fasi di vita, in una sorta di mosaico solo in apparenza disordinato.

Il disegno si forma piano piano anche se il piccolo Henry passa in poche pagine dagli otto ai trent’anni o se dal 1949 torniamo indietro fino al 1903 per scoprire l’infanzia contadina del capofamiglia e l’inizio della sua storia d’amore con la moglie, donna di origini benestanti vittima di atroci crisi depressive. È attorno a lei che, in realtà, ruota tutto il romanzo. Attorno all’unico personaggio che scompare per primo. Attorno ad una perdita prematura carica di non detti, di pensieri taciuti, di parole bruciate nel fuoco. Il pensiero di lei, della sua perpetua assenza, invade le vite di ogni membro della famiglia determinandone anche i destini.

Ogni avvenimento, decisione, strada intrapresa sono in qualche modo legati ad un dolore vissuto nell’infanzia e mal elaborato. Ad un lutto rimasto sullo stomaco come una cena digerita male. Per questo Maeve, la quartogenita, sceglie forse di diventare psicologa, mentre suo fratello Jack finisce per alzare troppo il gomito ed Henry precipita nello sconforto appena la moglie tarda anche solo di qualche minuto.

‘La famiglia Shaw’ è un romanzo che si può leggere a più livelli. Scorre via veloce, intrattiene, seduce il lettore con personaggi ben delineati, diversi l’uno dall’altro. È una classica saga familiare, ben scritta e architettata, che offre anche un ricco spaccato di storia americana dalla Grande Depressione, alla Seconda Guerra Mondiale fino ad arrivare al dopo guerra. Ma se ci si allontana per un attimo dalle singole tessere e si osserva la composizione nel suo insieme si potrà notare che, in realtà, dietro alle tante vicende raccontate, agli intrecci di matrimoni, alle nascite e alle perdite, si nasconde qualcosa di più profondo: un affresco puntuale del lutto, vissuto nelle sue diverse declinazioni. Una spirale che si irradia da una morte primigenia, evento talmente potente da sprigionare un’onda d’urto perpetua e pulsante, impossibile da ignorare anche a distanza di decenni, come un grido nella notte. Perché la verità, prima o poi, salta fuori. Che la si voglia affrontare o no.

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