Culture

Fino a quando sarà, #culturaacasa (per non rinunciarvi)

A domicilio per uno sguardo trasversale. Intervista a Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universitari del Decs.

Raffaella Castagnola Rossini (Ti-Press)
11 aprile 2020
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Tutto è cambiato da un mese a questa parte, profondamente. A restare immutata è invece la missione di monitoraggio e di promozione della cultura in Ticino dell'Osservatorio culturale che già dal 23 aprile, attraverso la campagna #culturaacasa, si sta preoccupando di portare l’offerta culturale all'interno delle abitazioni dei relativi utenti. Di questa campagna, e di tutto il resto, parla alla 'Regione' Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universitari del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.

Come avete reagito allo 'shock culturale' imposto dal coronavirus? Come si sono mossi in queste settimane la DCSU e i suoi istituti?

Il panorama culturale e l’attività degli istituti della DCSU si sono profondamente modificati a causa dell’emergenza Covid-19. Il contatto diretto tra gli utenti e le nostre strutture è stato giocoforza limitato, quello indiretto resta garantito grazie a strumenti digitali come le piattaforme di consultazione online (la Biblioteca digitale del Cantone Ticino, MLOL) e i social media. Su questo fronte va rilevata la campagna #culturaacasa promossa dall’Osservatorio culturale (OC) in collaborazione con le Biblioteche cantonali, tramite la sua pagina Facebook, che si pone l’obiettivo di portare l’offerta culturale al domicilio degli utenti. I post abbracciano le offerte più disparate: dalle visite digitali delle collezioni di storia e d’arte del Cantone ai mini concerti dell’OSI, dalle piattaforme streaming che danno accesso al cinema d’autore del Locarno Film Festival ai consigli di lettura di autori legati al territorio. Il messaggio è chiaro: possiamo stare a casa – rispettando le disposizioni governative – senza dover rinunciare alla cultura, sfruttando canali già esistenti da tempo oppure soluzioni studiate ad hoc (come il canale Youtube del museo di Leventina). C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Fino a quando durerà la campagna? Si aggiungeranno nuove iniziative?

Le proposte di #culturaacasa continueranno fino a quando le attività culturali potranno riprendere il loro corso naturale. La volontà di comunicare più efficacemente resterà. La nuova Agenda culturale che sarà attivata prossimamente ne è un valido esempio. L’idea è quella di mediare meglio la ricca offerta del settore: aiutare l’utente a trovare quello che cerca e nel contempo favorire la diffusione di quanto proposto dagli operatori. Un fattore particolarmente rilevante quest’ultimo, se consideriamo la concentrazione di iniziative e proposte a cui potremo assistere nella seconda parte dell’anno.

Avete potuto tastare il polso alla comunità: come hanno reagito e come reagiscono i destinatari delle vostre iniziative? E si può tentare un primo, seppur intermedio, bilancio di quanto fatto?

Dai primi riscontri possiamo dire che la campagna è stata recepita ottimamente, sia dal pubblico sia dagli operatori culturali che condividono i post sulle loro pagine Web. Settimana scorsa, ad esempio, il numero di visualizzazioni della pagina dell’OC sono aumentate del 93% rispetto alla settimana precedente mentre gli utenti che hanno letto almeno un post sono stati 1’641. Il punto forte di #culturaacasa resta lo sguardo trasversale che offre, aggregando le diverse proposte degli istituti cantonali e di altri operatori culturali attivi sul territorio.

Considerando che l’emergenza sanitaria non finirà presto, ci sono piani a lungo termine? Come immaginate il rientro alla normalità, quali servizi ripartiranno come prima, quali andranno ripensati e come?

Al momento è difficile immaginare quando riusciremo a tornare ad un regime di normalità, soprattutto per quei servizi rivolti al pubblico. Si tratterà certamente di un’apertura progressiva che andrà concordata con le autorità federali. In ottica futura, la massima priorità è garantire il supporto, anche economico, agli operatori culturali in modo da assicurare la continuità di un settore che propone e produce molto. In questo senso sono di fondamentale importanza gli aiuti finanziari alla cultura decisi dal Consiglio federale e concordati con i Cantoni.

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