Culture

Un Monte Verità che guardi all'oggi, a cominciare dall'Elisarion

Partendo dal restauro del padiglione, è stata presentata la stagione culturale. 'Senza perdere di vista la storia, aperti al futuro': parola di Elisabetta Mongini

Nicoletta Mongini (Ti-Press)
7 marzo 2020
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La riapertura del Padiglione Elisarion fissata per il 3 luglio, punto d’arrivo dei lavori di restauro dell’intero complesso museale, si prende molta dell’attenzione generata dalla presentazione della stagione culturale 2020 di Monte Verità, illustrata in settimana da Nicoletta Mongini al suo primo anno di ‘tempo pieno’ dopo l’addio di Lorenzo Sonognini: «Un anno positivo – dichiara alla ‘Regione’ la responsabile culturale – perché senza perdere di vista la storia abbiamo voluto che si guardasse anche all’oggi e al futuro. Coinvolgere artisti contemporanei la vedo una scelta interessante. Li ospitiamo in residenza dedicando loro spazi espositivi. L’artista è coinvolto e testimonia il nostro essere aperti, anche oggi».

Il padiglione non è il solo restauro dell’anno. Ripristinato è pure il Chiaro Mondo dei Beati, dipinto circolare di Elisàr von Kupffer ivi contenuto, oggetto di una più estesa riflessione (18 giugno) da parte di Christian Marty e Lukas Piccolin, autori del restauro. Nei festeggiamenti per il completamento dell’area rientra anche l’incontro con Davide Susanetti su amore e sessualità nell’arte (18 settembre). Tra i momenti salienti, Giardini in Arte (9 e 10 maggio), con laboratori e momenti di confronto sulla biodiversità; artisticamente parlando, sabato 9 maggio s’inaugura la mostra di Francesca Gagliardi, parte di un progetto che proseguirà al Museo Tornielli di Ameno.

Un’altra novità: «Quest’anno – continua Mongini – c’è un fil rouge che corre lungo concetti come inclusione, integrazione, accoglienza, prendendo spunto dal tema della Giornata dei Musei. Siamo coinvolti in un progetto del Percento culturale incentrato sul luogo di cultura come veicolo. Lavoreremo con Sos Ticino appoggiandoci a guide rappresentate da rifugiati che sono in Ticino». In tutto questo s’inseriscono la mostra di Marco Scorti, ginevrino dall’infanzia malcantonese da sempre attratto dal paesaggio di frontiera (17 luglio) e la tavola rotonda sull’accoglienza con Edoardo Sacchi, partigiano, e Pietro Majno-Hurst (medico Eoc e docente Usi), figlio di ebreo rifugiato che a sua volta ospita rifugiati (25 e 26 settembre).

La programmazione – dai tre momenti dedicati a von Laban alle collaborazioni (‘Asconosc(i)enza’, Eventi Letterari), dalle attività di Eranos alla danza del Teatro San Materno, dalle proposte della Casa del Tè a quelle per il pubblico di lingua tedesca, fino al teatro, il 15 ottobre, con l’opera tutta al femminile di Stefania Mariani – su www.monteverita.org.

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