Fra pagine web e social ogni giorno siamo sommersi dalle parole. Ma ci sono modi per scremare le informazioni e velocizzarne la comprensione.
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.
Dall’avvento del digitale, ognuno di noi è sottoposto a una valanga di informazioni: il rischio è che ci travolgano... forse per questo alcuni siti indicano il tempo di lettura stimato per ogni articolo. Ma esiste un metodo per leggere meglio e più velocemente? Già negli anni Sessanta Giuseppe Prezzolini, nel suo Saper leggere (Garzanti), dedicava un capitolo a «Come leggere rapidamente o lentamente ma con frutto», dove sosteneva che la formazione di una cultura è possibile soltanto attraverso molte letture e molte letture non si possono fare se non si legge rapidamente. «Il lettore lento è come un treno merci, che si ferma a tutte le stazioni; il lettore rapido è come un treno espresso che fa sosta soltanto alle principali».
Oggi le nuove tecnologie offrono modi di lettura più veloci, ma bisogna vedere se sono anche efficaci in termini di assimilazione. Uno è quello di eliminare la vocalizzazione interna, cioè non ripetere le parole dentro di sé. Secondo gli esperti di psicologia cognitiva però, ciò ostacola la comprensione del testo. La teoria su cui si basano queste tecniche è che le parole devono arrivare in modo più veloce alla fovea, la parte centrale della retina che ci permette di identificare le forme delle lettere. Quando spostiamo lo sguardo da una parola all’altra (movimento chiamato saccade), la nuova parola non viene messa a fuoco finché non è al centro della fovea, rallentando la velocità di lettura. Un lettore esperto può afferrare da 200 a 400 parole al minuto. Leggerne fino a mille (come dire Guerra e Pace in un giorno) è quanto promette Spritz, l’applicazione che visualizza in sequenza le parole su uno schermo ed evidenzia il punto di riconoscimento ottimale in rosso, visualizzandolo sempre nella stessa posizione, in modo da non dover spostare gli occhi. Sul sito spritzinc.com è possibile vedere quanto siamo veloci nella lettura mediante un piccolo test, scegliendo la velocità di scorrimento. Spritz può essere uno strumento per passare in rassegna rapidamente il contenuto di siti web o leggere testi lunghi su smartphone o tablet, dove non si visualizza la pagina intera. Forse sarebbe piaciuto a Prezzolini.
Esiste anche il chunking, una tecnica di lettura rapida che suddivide il testo in blocchi, per leggere interi gruppi di parole, anche quelle fuori dalla fovea, con un solo colpo d’occhio. Tuttavia, secondo gli esperti non funziona perché ciò che limita la nostra velocità di lettura è l’incapacità di comprendere rapidamente. In media gli occhi si fermano su una parola 250 millisecondi e, mentre vanno oltre, il cervello cerca di capire quello che ha registrato. Circa il 30% delle volte saltiamo una parola, il 10% torniamo a quella precedente. Un buon lettore al massimo potrebbe raddoppiare la velocità, ma non triplicarla. E comunque sarebbe solo un modo più efficiente per scorrere il testo.
Se il nostro obiettivo è questo, basta concentrarsi sui titoletti e sulla prima e ultima frase di ogni paragrafo, perché è lì che si trovano le informazioni più importanti, se il testo è ben scritto, colmando il resto con delle intuizioni, in base alla propria cultura. Per questo occorre arricchire il dizionario e la conoscenza del mondo, leggendo di più e scegliendo tra i vari modi di lettura. Francis Bacon diceva che «ci sono i libri da assaggiare, i libri da inghiottire e i pochi da masticare e digerire».
L’articolo «Parole in pace», apparso su Ticino7 nr. 31 del 4 agosto 2017, proponeva una dieta bilanciata dei media. È ciò che suggerisce anche Julia Hobsbawm (nell’immagine), figlia del famoso storico Eric, nel suo volume Fully Connected: Surviving and Thriving in an Age of Overload (ovvero «La salute sociale per rimediare all’eccesso di notizie») apparso nel 2017 e finalista alle edizioni 2018 del «Business book of the year» e del «Management book of the year». Il libro è una riflessione sui guasti dell’iper-connettività, una prescrizione per cambiare il comportamento nei confronti dell’informazione, come si riducono lo zucchero o le calorie, usando internet in modo più produttivo e funzionale senza abbeverarsi
alla prima fonte di notizie. Secondo la studiosa, esistono diversi gradi di sovraccarico: