Ticino

Crack e sostanze sintetiche attenzionati dalla Narcotici

Sequestri (marijuana in testa) e arresti (novantasei): il bilancio dell'attività 2023 della Sezione antidroga della Polizia cantonale

In sintesi:
  • Nel corso del 2023 in Ticino non sono stati evidenziati cambiamenti significativi nelle dinamiche dello spaccio o del consumo di sostanze stupefacenti rispetto a periodi precedenti
  • Le segnalazioni relative al consumo di medicinali da parte di giovani e adolescenti indicano ‘una certa continuità’
Cannabis
(Ti-Press)
2 aprile 2024
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Oltre 150 chili, per l’esattezza 150,5, di marijuana (contro i 54,9 del 2022); 34,9 di hashish (141,4); 28,2 di cocaina (27,2); 9,9 chili di eroina (2,3); 173 grammi di anfetamina (572), 150 grammi di ecstasy (125), 42 di Lsd (102); 39 grammi di metamfetamina (23); 13 di ketamina (136); 472 piante di canapa (1'461). Sono i quantitativi di sostanze stupefacenti sequestrati lo scorso anno dalla Sad, la Sezione antidroga della Polizia cantonale, che nel 2023 ha effettuato 96 arresti, diciassette in più di quelli eseguiti nel 2022. E anche l’anno scorso sono state “numerose” le attività investigative condotte dalla Sezione con il coinvolgimento “delle diverse antenne attive sul territorio cantonale (Chiasso, Lugano, Bellinzona e Locarno)” e con la collaborazione “degli agenti delle Polizie comunali”.

L’aumento degli arresti, precisa la Sad nel bilancio del lavoro svolto nel 2023, “non è da ricondurre a una recrudescenza dello spaccio di sostanze stupefacenti” in Ticino, “bensì a una normale fluttuazione scaturita dalle varie attività. I sequestri di sostanze “non rivelano invece variazioni significative nei fenomeni illeciti legati al traffico di stupefacenti e, anche in questo caso, eventuali divergenze rispetto all’anno precedente dipendono dalle specifiche dinamiche di ciascuna attività investigativa”. Da segnalare pure i sequestri di denaro derivanti del narcotraffico, con somme che ammontano “a circa 285’000 franchi e 177’000 euro”.

Nel corso del 2023 in Ticino, prosegue la nota della Sad, non sono stati evidenziati cambiamenti significativi nelle dinamiche dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti rispetto a periodi precedenti. “Tuttavia – aggiunge l’Antidroga – sono emerse conferme di fenomeni già identificati negli ultimi anni: in particolare, si è nuovamente osservato un consolidamento delle abitudini delle organizzazioni gestite da cittadini albanesi, che al momento detengono il quasi monopolio dello spaccio sul territorio”. Queste organizzazioni “indicano una strategia di suddivisione delle forze su due mercati distinti: lo spaccio di eroina e lo spaccio di cocaina”.

Per quanto concerne il micidiale crack, lo scorso anno la Sezione “non ha riscontrato un incremento importante del consumo e dello spaccio di questa sostanza derivata dalla sintesi della cocaina in polvere, la cui base debole la rende più pura e, di riflesso, aumenta notevolmente gli effetti su chi ne fa uso”. Nel nostro cantone le inchieste hanno portato in prevalenza a sequestri di “piccole quantità” destinate al consumo locale, segno della “mancanza di traffici significativi di crack già pronto per l’uso e che si differenzia così dalle principali sostanze stupefacenti intercettate, come la ‘classica’ cocaina”. Allo stato attuale, scrive insomma l’Antidroga ticinese riguardo ai traffici di crack, “risulta evidente che i mercati ticinesi si differenziano da quelli romandi, soprattutto da Ginevra dove invece se ne è constatato un importante aumento, e che gli stessi siano verosimilmente gestiti da organizzazioni distinte”. La Sad comunque “rimane all’erta e continua a monitorare attentamente il fenomeno”.

Le segnalazioni relative al consumo di medicinali da parte di giovani e adolescenti indicano per il 2023 “una certa continuità”. In particolare, rileva l’unità investigativa della Poliziia cantonale, “è emerso che l’assunzione delle ‘purple drank’ (o ‘lean’), una miscela di sciroppi per la tosse contenenti codeina e bevande dolci gassate, è in linea con l’andamento osservato negli ultimi anni”. Continua tuttavia a far riflettere “una tendenza tra i giovani a ricercare esperienze psicotrope in maniera relativamente accessibile e poco costosa”.

Si è inoltre confermata una tendenza già osservata in anni precedenti e cioè il ricorso a sostanze sintetiche, come ad esempio le Nps (New Psychoactive Substances). I giovani soprattutto “si procurano queste sostanze, prevalentemente destinate al consumo personale, talvolta senza conoscerne la reale composizione e la conseguente pericolosità”, evidenzia la Sad, consapevole “dell’importanza di monitorare attentamente l’evolversi di queste pratiche, specialmente considerando il coinvolgimento di minorenni e giovani adulti”. La collaborazione con “istituzioni educative” e “organizzazioni locali” è quindi “fondamentale per sensibilizzare la comunità e implementare misure preventive e repressive mirate”. E, a proposito di prevenzione, è proseguita tra l’altro la sensibilizzazione nelle scuole sui pericoli legati al consumo di sostanze stupefacenti.

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