Ticino

Droga in Ticino: sostanze, sequestri, dinamiche

Il rapporto 2020 della Narcotici della Polizia cantonale. Traffici a prova di lockdown. E quei dieci chili di cocaina nascosti tra le banane

31 marzo 2021
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Figura anche il sequestro di dieci chili di cocaina scovati all’interno di una cassa di banane presso la filiale di un supermercato nel Mendrisiotto – sequestro avvenuto nel quadro di un’inchiesta coordinata dal Ministero pubblico della Confederazione e che ha interessato più cantoni – nel rapporto d’attività 2020 della Sezione antidroga (Sad) della Polizia cantonale. Proveniente dal Sudamerica, la ‘coca’ pare non fosse destinata alla piazza ticinese. Il 2020, l’anno in cui è scoppiata la pandemia e nel quale è scattato, in primavera, il lockdown. Ma virus, chiusure e restrizioni (assembramenti, mobilità...) “non hanno scoraggiato trafficanti e spacciatori”, scrive l’Antidroga diretta dal commissario Paolo Lopa.

La conferma giunge dai dati. Per quanto concerne i sequestri di stupefacenti, in gran parte riconducibili a droga in transito, lo scorso anno la collaborazione fra la Sezione antidroga della Cantonale e i suoi partner – ovvero Polizie comunali, Guardie di confine, Polizia federale, Polizia dei trasporti – ha permesso di intercettare, fa sapere il Sad, quasi 246 chili di hashish (3,8 nel 2019), 78,7 chili di marijuana (22,6), 16 chili di cocaina (28,5 nel 2019), 11,8 chili di eroina (4,6), 761 grammi di anfetamina, 398 pezzi di Lsd, 77 grammi e 44 pezzi di ecstasy, nonché 957 piante di canapa (937). Di un certo rilievo anche i sequestri di denaro provento del narcotraffico: le somme ammontano a poco meno di 92mila franchi e a circa 235mila euro. Complessivamente sono state 1’482 (1’773 nel 2019), di cui 270 minorenni (311), le persone denunciate per reati riguardanti la Legge federale sugli stupefacenti. Gli arresti sono state 84 (115 l’anno precedente). Sette, nel 2020, le morti per overdose: nel 2019 i decessi sono stati undici.

Canapa e derivati le sostanze maggiormente consumate

La canapa e i suoi derivati, evidenzia l’Antidroga ticinese, sono le sostanze “maggiormente consumate”. E questo a livello mondiale. A ciò, spiega il Sad, contribuisce la facilità di coltivazione della canapa “in qualsiasi periodo dell’anno grazie al sistema indoor, che eleva anche il tenore del suo principio attivo”. In Ticino, spiega il commissario capo Paolo Lopa, interpellato dalla ‘Regione’, «c’è ancora chi coltiva sia all’interno sia all’esterno ed è grazie a segnalazioni che si riesce a estirpare le coltivazioni illegali di canapa, con un tenore di Thc superiore all’1 per cento». Aggiunge il responsabile del Servizio antidroga della Cantonale: «Si va dalla coltivazione per così dire casalinga per soddisfare il consumo personale a coltivazioni un po’ più estese, queste perlopiù indoor e dunque meno visibili». Non solo canapa e derivati. A livello mondiale anche la disponibilità di cocaina, in gran parte prodotta in Colombia, “non cessa di aumentare, favorendo prezzi al dettaglio sempre più bassi”, indica il Sad. Il consumo di oppioidi, compresi i suoi derivati farmacologici, “ha causato, secondo alcune stime, i due terzi dei decessi mondiali collegati all’uso di droghe”. Altro fenomeno in crescita, avverte il Sad, è “l’assunzione di droghe sintetiche, soprattutto tra i più giovani, e nuove sostanze psicoattive, sostituti delle classiche droghe che possono comportare analoghe minacce per la salute”.

Alcol e stupefacenti insieme: ‘Pratica estremamente pericolosa’

In Ticino la situazione “è sostanzialmente speculare a quella del resto della Svizzera”. Il mercato, rileva la Sezione antidroga, è dominato dalla marijuana, seguita dalla cocaina e dall’eroina, sostanza il cui consumo si riteneva in diminuzione. “Alle nostre latitudini non si è ancora assistito al forte incremento dell’utilizzo di farmaci, in particolare gli oppioidi, siano essi regolarmente prescritti oppure reperiti sul mercato illegale – si afferma nel rapporto –. Alcuni timidi segnali inducono a ritenere che, trattandosi di sostanze relativamente facili da reperire e dai costi inferiori rispetto alle altre droghe, potrebbe aumentare il numero di consumatori”. Una pratica “estremamente pericolosa”, sottolinea poi il Sad, è quella legata all’assunzione simultanea di bevande alcoliche e di sostanze stupefacenti: un fenomeno “riscontrabile soprattutto tra i giovani che ricercano sempre nuovi modi per raggiungere il massimo dello sballo”.

Come detto, il lockdown non ha interrotto traffico e consumo illeciti di sostanze stupefacenti. Nel nostro cantone, rileva il bilancio dell’attività del Sad nel 2020, “non vi è mai stata penuria” di droga. Probabilmente, ipotizza la Sezione investigativa della Polcantonale, si è dato fondo “alle scorte già presenti” e nel contempo sono stati “momentaneamente modificati” i canali d’importazione “sia nella rotta, prediligendo l’asse Nord-Sud, sia nei vettori o nei canali di approvvigionamento, ad esempio il dark web”.

Le modalità di vendita e di consumo sono rimaste “immutate”. Salvo rare eccezioni, prosegue il rapporto, in Ticino “persiste l’assenza della cosiddetta scena aperta, sia per quanto riguarda lo spaccio sia per il consumo personale”. Costante, ricorda l’Antidroga, “la presenza di spacciatori di origini albanesi che soggiornano illegalmente sull’intero territorio cantonale grazie alla compiacenza di consumatori locali i quali, in cambio di piccole dosi o di una partecipazione alle spese dell’affitto, li ospitano nelle loro abitazioni”. Nonostante le inchieste svolte durante il 2020 abbiano inferto “duri colpi” a queste organizzazioni, le stesse “hanno regolarmente rimpiazzato gli spacciatori arrestati”. Altra presenza costante, in particolare nel Luganese e nel Locarnese, “è quella dei trafficanti di origini dominicane, attivi soprattutto nello spaccio della cocaina”.

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