Ticino

‘Una chiara politica culturale per un’offerta di qualità’

Presentati i dieci obiettivi e le trenta misure per la cultura indipendente delle Linee programmatiche cantonali 2024-2027. Una prima a livello ticinese

‘Un percorso strategico per i prossimi anni, che vuole consolidare quanto già in atto’
(Ti-Press)
27 febbraio 2024
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«Una visione per la cultura indipendente e associativa in Ticino». Definisce così la direttrice del Decs, il Dipartimento educazione, cultura e sport, Marina Carobbio le Linee programmatiche cantonali di politica culturale 2024-2027 presentate oggi pomeriggio in conferenza stampa. Una prima a livello ticinese, in quanto il Canton Ticino non si era mai dotato prima d’ora di uno strumento di questo tipo.

Dieci obiettivi e trenta misure selezionati, spiega la consigliera di Stato, «dopo aver incontrato e ascoltato numerosi operatori del settore». E aggiunge: «È un percorso strategico per i prossimi anni, che vuole consolidare quanto già in atto e riconoscere il ruolo importante della cultura indipendente a livello di proposte artistiche, culturali, indotto economico e identitario. Si tratta dunque di mettere l’accento sulla parte meno istituzionale di chi fa e offre cultura in Ticino, garantendo loro retribuzioni e coperture sociali adeguate, nonché migliorando l’accesso ai sostegni pubblici».

‘Riconoscere la centralità e il valore di chi opera nel settore’

Sono dieci gli obiettivi guida per la politica del settore culturale che, specifica Carobbio, «possono essere raggiunti con delle modifiche alla Legge sul sostegno alla cultura. Questo nell’ottica di permettere a tutta la popolazione di partecipare alla vita culturale e di riconoscere la vasta gamma dell’offerta culturale ticinese». Nello specifico, elenca la consigliera di Stato, si mira a «valorizzare il patrimonio culturale facilitando l’accesso all’offerta e assicurando la partecipazione e l’inclusione di tutte le categorie di popolazione e a garantire pari opportunità nonché un’equa presenza di genere nei vari settori culturali a tutti i livelli. Se è vero che sono molti gli uomini e le donne che fanno cultura nel nostro cantone, è anche vero che ai vertici sono presenti soprattutto uomini». Non solo. Con le Linee programmatiche si vuole anche «migliorare la chiarezza e la trasparenza dei criteri per riconoscere i sostegni alla cultura, in modo che siano di facile accesso, semplificare le modalità di richiesta dei sostegni, incentivare e promuovere nuove leve, valorizzando al contempo l’esperienza di chi da anni opera nel settore, promuovendo la collaborazione intergenerazionale e la condivisione delle competenze, e mantenere un’equa proporzionalità geografica nella distribuzione dei sostegni sul territorio». Non da ultimo: «Adottare indicatori valutabili per i finanziamenti dei singoli settori per incentivare la sostenibilità sociale e ambientale, l’equità salariale e la presenza extra cantonale, sostenere la creazione e la produzione nei diversi settori culturali, intensificare la promozione della lingua e della cultura italiana a livello nazionale e coordinare la messa a disposizione di spazi con le Città e i Comuni».

Secondo la direttrice del Decs è infatti fondamentale evidenziare che per il Ticino, «un cantone periferico e minoritario in una Svizzera e un mondo sempre più multiculturali e plurilingui, una chiara politica culturale è un’opportunità per garantire un’offerta variegata e di qualità, riconoscendo al contempo la centralità e il valore della cultura e di chi vi opera».

‘Un percorso di ascolto, dialogo e partecipazione’

È Raffaella Castagnola, alla testa della Divisione cultura e studi universitari (Dcsu), a presentare la strada che ha portato all’elaborazione di questi dieci obiettivi e delle conseguenti misure presenti nelle Linee programmatiche. «Nell’aprile 2023 – rievoca – è stato avviato un percorso di ascolto, dialogo e partecipazione con le operatrici e gli operatori culturali attivi sul territorio ticinese e nella Svizzera italiana, oltre che con altri portatori di interesse del settore, volto a raccogliere spunti utili a co-costruire le Linee programmatiche di politica culturale».

A questi incontri hanno partecipato oltre trecento persone attive in ambito culturale in Ticino. «È la prima volta – mette in luce la direttrice della Dcsu – che un progetto di questo tipo permette di raccogliere preziose osservazioni, richieste e proposte dal basso, facendo emergere direttamente dal territorio sfide, criticità e necessità di adattamento relative alle attuali modalità di sostegno alla cultura, come pure di identificare e discutere ulteriori opportunità di sviluppo da cogliere». Si è così configurata, «sulla base degli spunti raccolti, una visione generale incentrata sull’adattabilità per offrire più cultura in modo più efficiente ed equo».

‘Tenere viva e ampliare ulteriormente la riflessione’

Trenta le misure di politica culturale illustrate nelle Linee programmatiche che, se attuate, permetterebbero di perseguire i dieci obiettivi esposti da Carobbio. «Tutte le misure elencate – rileva la consigliera di Stato – fanno parte del Programma di legislatura 2023-2027. Determinate misure rientrano anche sotto ulteriori azioni specifiche del Programma di legislatura e comporteranno delle modifiche di legge». Queste misure vanno dalla promozione della cultura tramite le scuole, con un accesso facilitato alle attività culturali cantonali, all’individuazione di spazi per la conservazione di opere d’arte, passando dal sostegno della Carta dell’inclusione culturale volta a facilitare l’accesso alla cultura, fino alla ricerca di spazi per la cultura indipendente tramite una mappatura della situazione sul territorio con Comuni e Città. Si prevede inoltre l’introduzione di un pass culturale annuale a prezzo accessibile per i giovani fino ai venticinque anni che, sul modello di ciò che avviene in altri cantoni, permetta loro l’ingresso gratuito o a prezzi ridotti di mostre, musei o spettacoli. In tal senso, precisa Castagnola, «questo tipo di misura non dovrebbe pesare particolarmente sui conti dello Stato».

Questi obiettivi e misure consentiranno, secondo Carobbio, «di tenere viva e ampliare ulteriormente la riflessione sulla cultura passata, presente e futura del nostro cantone, permettendo alle istituzioni politiche e culturali, insieme agli operatori attivi sul territorio, di plasmare e indirizzare congiuntamente la politica culturale del Cantone per i prossimi anni».

Professioni dello spettacolo: ‘Un segnale positivo, ma si ragioni sul budget’

Quanto presentato oggi è un “segnale estremamente positivo” per l’associazione ‘t. Professioni dello spettacolo Svizzera’, che “accoglie con favore le Linee programmatiche di politica culturale cantonale”, evidenziando come “un costante e regolare coinvolgimento delle associazioni professionali nel processo di messa in opera delle misure previste sarà un elemento fondamentale per una fruttuosa attuazione di quanto programmato”. Gli obiettivi stabiliti, si legge in una nota, “sono certamente ampiamente condivisibili e rappresentano già di per sé un primo passo estremamente significativo. È però altrettanto importante sottolineare che, senza un sostegno adeguato, alcuni di essi, primo tra tutti il raggiungimento di condizioni di lavoro eque e corrette, continueranno a restare un miraggio”. Per l’associazione, “il fatto che nel nostro cantone il sostegno alla cultura passi solo in minima parte dal budget cantonale e venga in gran parte delegato ad altri fondi è un segnale peculiare dello scarso riconoscimento del potenziale del sistema cultura nella sua eterogeneità e delle sue possibili ricadute anche in termini economici, sul quale sarà indispensabile intervenire”. E rende attenti: “Per un territorio periferico e linguisticamente minoritario come il Ticino, la cultura assume un valore fondamentale non solo in termini di scambio, confronto e coesione sociale, ma anche in un’ottica di difesa della lingua e della cultura italiana a livello nazionale. Solo attraverso un sistema di sostegno che sappia mettere in campo misure, indicatori e risorse finanziarie in linea con i tempi e i parametri nazionali, la cultura del nostro territorio sarà in grado di rappresentare al meglio il suo potenziale”.

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