Ticino

‘Un grande sciopero per far vedere che non siamo fessi’

Sindacati e dipendenti pubblici pronti a protestare giovedì. Diverse le forme di protesta previste, come anche le sensibilità nella base

(Ti-Press)
26 febbraio 2024
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«Probabilmente sarà il più grande sciopero del settore pubblico che sia mai stato fatto in Ticino». Si scaldano i motori tra le file dei sindacati – Ocst, Vpod e Sit – che giovedì si mobilitano e scendono in piazza per protestare contro ‘la liquidazione totale del servizio pubblico’. Nel concreto: il mancato riconoscimento del carovita ai dipendenti pubblici e la non sostituzione del personale partente nella misura del venti per cento. Ma non solo. «Si parla tanto di docenti e personale colpiti dalle misure decise da Consiglio di Stato e Gran Consiglio con il Preventivo 2024, ma – ricorda Raoul Ghisletta, segretario della Vpod – c’è una quota altrettanto importante, se non più importante, nel settore sociosanitario». Realtà e professioni diverse. Da qui una mobilitazione che – hanno spiegato gli organizzatori – sarà diversificata. Durante la giornata sono previsti scioperi, assemblee in presenza e in digitale, momenti informativi per il personale e la popolazione. «Le modalità sono diverse e rispecchiano la complessità della contabilità cantonale, dove a volte si vengono a creare situazioni asimmetriche». Lo sciopero e le proteste, spiega Ghisletta, «sono perfettamente legali. Le trattative tra sindacati e datore di lavoro, il Cantone, sono fallite e ora facciamo sentire la nostra voce nella speranza di smuovere la situazione». Anche perché, al momento, le trattative sono chiuse. Il Consiglio di Stato ha riconosciuto ai dipendenti un contributo una tantum di 400 franchi e due giorni extra di vacanza. «A noi interessa la misura strutturale, che riguarda anche gli anni dopo. Abbiamo infatti proposto di inserire e congelare l’adeguamento al rincaro per quando le finanze saranno in condizioni migliori. Ma ci è stato risposto che il governo non si può impegnare con una misura che ha conseguenze per il futuro. I tagli che pesano sui prossimi anni però vanno bene», affonda il segretario della Vpod, «ci prendono per fessi». La giornata culminerà con il corteo che partirà alle 17 dalla stazione di Bellinzona in direzione piazza Governo.

Daniel (Ocst): ‘Si sono create delle disparità tra colleghi’

Di situazione complessa parla anche il futuro segretario dell’Ocst Xavier Daniel: «È una mobilitazione che vuole toccare il maggior numero possibile di persone. Si coinvolge, ognuno con la sua sensibilità, dal poliziotto all’assistente di cura a domicilio». Nel complesso sono circa 20mila i dipendenti potenzialmente coinvolti. «Questa manovra di rientro è il risultato di un lavoro fatto male, probabilmente per la troppa fretta, da parte dell’Esecutivo cantonale», aggiunge Daniel, «si sono create delle situazioni davvero di palese disparità di trattamento tra impiegati, come a livello comunale, che lavorano quotidianamente insieme». Un esempio citato durante la conferenza stampa: un municipale ha ricevuto l’adeguamento al carovita, un docente di scuola elementare (che sottostà alla Legge cantonale sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti) il contributo una tantum e le giornate di vacanza, mentre un dipendente sociosanitario non riceve nulla. A proposito di manovra di rientro: «Ci sono delle situazioni complicate da gestire anche a livello di partenariato sociale – afferma il futuro segretario di Ocst –. Prendiamo un caso concreto: il contratto collettivo delle case per anziani dice che il carovita è riconosciuto seguendo quanto fa il Cantone. Come sindacato avanzano la richiesta alle direzioni, che però rimbalzano la responsabilità sul Cantone. Anche perché nel settore sociosanitario due giorni e mezzo in più di vacanza sono complicati da concedere».

Bosco (Sit): ‘È però sbagliato definire 400 franchi una mancia’

Si smarca Mattia Bosco, segretario dei Sindacati indipendenti ticinesi (Sit). «La nostra linea è quella di essere sempre pronti e continuare la mobilitazione sui posti di lavoro. Siamo però contrari allo sciopero. I nostri affiliati – spiega Bosco – non se la sentono di protestare in questa forma così dura. Anche perché – aggiunge – in vista c’è un’importante votazione sulla cassa pensione dei dipendenti pubblici». I Sit hanno una posizione differente rispetto agli altri sindacati anche per quanto riguarda la misura del governo per compensare il carovita (400 franchi e due giorni di libero). «Non ci sembra poca cosa – rimarca Bosco – in un cantone di salari minimi, questa cifra corrisponde a circa tre giorni di lavoro. Non ci sto quando si parla di ‘mancia’, è una mancanza di rispetto». Va poi ricordato, afferma il segretario dei Sit, «da dove siamo partiti. All’inizio si parlava di contributi di solidarietà e taglio ai sussidi di cassa malati. Dei risultati sono stati raggiunti».

A parlare di effetto controproducente dello sciopero è il Partito liberale radicale. “Un’astensione dal lavoro che si trasformerà presto in un boomerang, perché la popolazione, già confrontata con situazioni di difficoltà, non comprenderà, né condividerà una nuova protesta che, stavolta, interferirà con importanti servizi dello Stato. E pensando all’importante votazione sulle misure di compensazione per la cassa pensione alle porte, lo sciopero rischia di essere controproducente e doloroso”. Afferma in una nota inviata ai media: “Purtroppo la maggioranza degli impiegati, che ha posizioni moderate e manifesta attaccamento al servizio pubblico, si trova sempre più a disagio con la divisione interna e con la radicalizzazione d’importazione manifestata in particolare dalla parte più intransigente dei docenti”.

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