Ticino

Una mostra per i 12 anni della Scuola al centro del villaggio

Il coordinatore del progetto Scascighini: ‘Gli allievi non sono abituati a pensare che il loro contributo possa avere un valore, vanno coinvolti di più’

La scuola dovrebbe ricoprire maggiormente il ruolo di palestra della democrazia
(Cpt)
16 febbraio 2024
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«L’obiettivo è creare un dibattito che risponda alla domanda di quale scuola vogliamo, il tutto coinvolgendo gli studenti». ‘La scuola al centro del villaggio’ compie dodici anni e, per festeggiare la ricorrenza, ha allestito una mostra al pianterreno del Centro professionale tecnico (Cpt) di Locarno. Abbiamo incontrato Lorenzo Scascighini, docente di italiano e coordinatore del progetto, che ci ha presentato i contenuti dell’esposizione. «La dimensione del confronto – sostiene il docente – non è abbastanza integrata nella scuola e gli apprendisti non sono abituati a pensare che il loro contributo possa avere un valore». Insomma, secondo Scascighini, «la scuola dovrebbe ricoprire maggiormente il ruolo di palestra della democrazia, anche perché ha lo scopo di formare e preparare i giovani all’entrata nella vita pubblica e attiva».

‘Aprire nuovi mondi agli apprendisti’

Ed è con questo intento che dodici anni fa Scascighini inizia a organizzare delle attività al Cpt di Locarno. «Anche se non si può stabilire con esattezza la data d’inizio, il progetto – ricorda – si è sviluppato in particolare attorno alla prima giornata multiculturale organizzata nel 2012. L’idea, già all’epoca, era di portare qualcosa di nuovo che si differenziasse da ciò che normalmente viene già approfondito a lezione, così da aprire nuovi mondi agli apprendisti dando loro idee e spunti per il loro futuro. Esiste infatti tutta una serie di temi centrali che, per svariate ragioni, non vengono affrontati durante la griglia oraria, ma è importante trasmetterli ai giovani».

All’inizio il progetto ha incontrato qualche resistenza, ma negli anni «si è consolidato all’interno della sede facendosi inoltre conoscere anche all’esterno delle mura del Cpt». ‘La scuola al centro del villaggio’ è ormai apprezzata da studenti, docenti e direzione, al punto che i suoi esiti positivi sono oggetto di discussione anche in altre sedi. «Ho molti contatti – afferma Scascighini – con dei docenti che lavorano in altri istituti scolastici, le idee circolano ed è bello che il nostro progetto possa essere d’ispirazione altrove». Non è dunque escluso che prossimamente il modello possa essere ripreso in altre scuole.

‘L’esposizione è aperta a tutti’

Ma torniamo alla mostra. «Innanzitutto – rileva il docente –, vogliamo passare in rassegna quanto fatto negli anni ripercorrendo le varie attività che abbiamo svolto. Il tutto facendo conoscere meglio il progetto, in modo da coinvolgere maggiormente docenti e apprendisti per allargare la partecipazione attiva e il dibattito democratico». Coinvolgere maggiormente, perché «nelle scuole professionali manca il comitato degli studenti e penso sia un peccato. Questo progetto potrebbe rappresentare uno spazio sostitutivo che stimoli i nostri giovani a vivere la scuola in modo più attivo».

La mostra, già installata al piano terra del Centro professionale tecnico, verrà aperta non solo a docenti esterni alla sede locarnese, ma anche a tutta la popolazione. «Chiediamo a tutti – evidenzia Scascighini –, ed è a questo punto che la mostra entra nel vivo, di condividere idee, suggerimenti, critiche e proposte. Nei prossimi giorni correderemo infatti l’esposizione di un grande libro sul quale scrivere i propri pensieri». Stando al coordinatore del progetto, «è importantissimo pensare a quello che verrà dopo, proprio perché ‘La scuola al centro del villaggio’ non finisce qui, al contrario, continueremo a proporre attività e conferenze».

‘L’esperienza diretta stimola i giovani’

Qual è la chiave del successo di questo progetto? «Non è facile – sostiene Scascighini – capire come mai l’esito non sia sempre lo stesso. Sicuramente conta il livello di impegno che ci mettono i docenti all’inizio e il coinvolgimento della direzione. L’aspetto fondamentale è però il fatto che questo tipo di attività, vissute in prima persona, stimola ed entusiasma i giovani».

Il nome del progetto non è stato scelto a caso, anzi, ha un significato ben preciso. «Nel Diciassettesimo secolo nasceva il detto ‘mettere la chiesa al centro del villaggio’. La chiesa, a quel tempo, era il punto di riferimento dell’etica e della morale della società ed era dunque messa, fisicamente e dal punto di vista simbolico, al centro del villaggio», illustra Scascighini. E si chiede: «Cosa mettere ora al centro del villaggio? A noi piacerebbe molto che al centro del villaggio ci fosse la scuola con la sua natura non utilitaristica e finalizzata al bene della società». Per Scascighini, «la scuola dovrebbe fare da tramite tra la società attuale e quella del futuro».

‘Interculturalità, sostenibilità e parità di genere’

I pilastri attorno ai quali ruota il progetto sono l’interculturalità, la sostenibilità e la parità di genere. Stando a Scascighini, «sono le grosse sfide del presente e del futuro alle quali la scuola non può sottrarsi. Trattiamo poi anche tanti altri temi importanti, come l’economia, il mondo del lavoro, l’intelligenza artificiale, l’attualità, la politica, il giornalismo e via dicendo».

Nel concreto, le attività che finora sono state organizzate tramite ‘La scuola al centro del villaggio’ spaziano da conferenze per apprendisti aperte al pubblico, a esposizioni artistiche, passando per le giornate interculturali e la settimana della sensibilità, fino al gemellaggio con la Romania. «Sono tutti momenti che implicano dibattiti tra docenti e apprendisti e che mirano allo sviluppo di competenze e valori democratici», osserva Scascighini.

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