Ticino

‘Visite centri asilanti? La Commissione carceri ha altri scopi ’

La Costituzione e leggi invita però il governo a ‘individuare’ un'altra commissione parlamentare per verifica delle strutture cantonali per rifugiati

La relatrice commissionale Lara Filippini (Udc)
(Ti-Press)
17 gennaio 2024
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Al plenum del Gran Consiglio la relatrice propone di respingere l’iniziativa parlamentare. Nel contempo però invita “il Consiglio di Stato a individuare una commissione del Gran Consiglio – che non sia la Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione, che come appurato ha altri scopi – e, tramite i propri servizi, organizzare, con una piccola delegazione della suddetta, una visita annuale ai centri per richiedenti asilo a gestione cantonale”. In questo modo “crediamo che eventuali timori legati alla gestione di questi centri saranno dipanati e ciò porterà anche una maggiore fiducia verso le istituzioni che devono garantire il rispetto dei diritti umani”. Parole contenute nel rapporto stilato dalla democentrista Lara Filippini e firmato, informa una nota, dalla commissione parlamentare ‘Costituzione e leggi’ nella riunione di ieri.

La modifica di legge proposta

L’iniziativa è quella depositata nel settembre 2019 da Matteo Quadranti. Il deputato liberale radicale chiede di estendere le competenze della commissione (speciale) del Gran Consiglio chiamata a verificare le condizioni detentive al Carcere giudiziario della Farera – riservato agli imputati in attesa di giudizio dei quali il Ministero pubblico ha disposto la detenzione preventiva con l’avallo del giudice dei provvedimenti coercitivi – e al vicino Carcere penale, in cui vengono rinchiuse le persone condannate a una pena da scontare dietro le sbarre. Quadranti sollecita una modifica dell’articolo 27 della Legge sul Gran Consiglio affinché alla citata commissione speciale venga affidato anche il controllo delle condizioni esistenti nelle strutture per richiedenti asilo dove sono collocate per esempio i migranti in attesa di allontanamento o rimpatrio. A questa commissione, quindi, la sorveglianza delle condizioni di detenzione nelle strutture carcerarie e, propone di aggiungere l’iniziativa, “di analoga residenza coatta a cui sono astrette le persone sottoposte direttamente o indirettamente alla legislazione federale sull’asilo”.

Nell’audizione del 26 novembre 2019 davanti alla ‘Costituzione e leggi’, si ricorda fra l’altro nel rapporto redatto da Filippini, Quadranti “riteneva che questo compito possa essere svolto dalla Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione, ma restava aperto ad altre modalità, ad esempio anche una sorveglianza amministrativa da parte del Dipartimento sanità e socialità”.

Porta socchiusa

Per una serie di motivi illustrati nel rapporto, come quello secondo cui le strutture per richiedenti asilo “non sono atte alla privazione della libertà”, la ‘Costituzione e leggi’ dice no all’estensione delle competenze della Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione auspicata da Quadranti e chiede pertanto al parlamento di “respingere” l’iniziativa. Ma non chiude del tutto la porta: invita infatti il governo “a individuare” un’altra commissione parlamentare e a “organizzare” con questa “una visita annuale ai centri per richiedenti l’asilo a gestione cantonale”.

‘Una soluzione che mi sta bene’

Afferma Quadranti da noi interpellato: «Considerato anche l’attuale clima politico sul tema rifugiati, la soluzione prospettata dalla commissione ‘Costituzione e leggi’ mi sta bene. È un passo avanti. Anche se sarà una commissione del Gran Consiglio diversa da quella preposta alla sorveglianza delle condizioni detentive nelle carceri ticinesi, l’importante è che il parlamento possa verificare pure le condizioni nelle strutture cantonali che accolgono rifugiati». Tocca ora al plenum del Gran Consiglio pronunciarsi.

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